Criteri per la valutazione dell'insonnia
Il clinico, per impostare il trattamento e verificarne poi i risultati, non deve solo riscontrare la presenza delle caratteristiche necessarie per la diagnosi di insonnia, ma anche valutare in termini qualitativi e quantitativi l’entità del disturbo.
La valutazione quantitativa della rilevanza clinica dell’insonnia si basa su alcuni indicatori di durata, intensità e frequenza del disturbo del sonno.
In base alla durata del disturbo, si parla di insonnia:
Situazionale o acuta: dura da pochi giorni a qualche settimana, meno di tre mesi. E’ associata a cause chiare, quali stress di varia natura, dolore acuto, assunzione di sostanze.
Cronica o persistente: dura da almeno un mese e, più tipicamente, per 6 mesi e oltre.
La durata del sonno non rientra tra i parametri quantitativi da considerare. Il tempo totale di sonno, varia in funzione d molti fattori (età, differenze individuali: es gli ipodormienti dormono poche ore per notte sentendosi in forma durante il giorno).
L’idea che per tutti siano necessarie almeno 8 ore di sonno è infondata e disfunzionale: la percezione di buona qualità del sonno non è legata alla durata del sonno ma alla sua continuità.
Una misura utile per la valutazione dell’insonnia è l’Indice di efficienza del sonno IES, corrispondente al rapporto tra Tempo totale di sonno (TTS) e Tempo totale a letto (TTL) moltiplicato per 100. Uno IES inferiore all’85% è indicativo di problemi di insonnia.
Il valore di soglia diagnostico per qualificare un disturbo come insonnia è stabilito in 3 o più notti a settimana con problemi di inizio e mantenimento del sonno.
La diagnosi di insonnia acuta o persistente è rilevante per la scelta del trattamento dell’insonnia: l’intervento psicologico è indicato per le insonnie croniche, il cui persistere attribuisce un ruolo di primo piano ai fattori psicologici. Il trattamento con ipnoinducenti è appropriato per le insonnie acute a esordio recente, poiché risolve velocemente i sintomi notturni dell’insonnia.
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