I requisiti e gli effetti dell’intervento dei creditori
Il procedimento di espropriazione forzata dello strumento di attuazione della responsabilità patrimoniale e come tale esso deve essere strutturato in modo da consentire il rispetto tendenziale del principio della par condicio creditorum.
Di qui la previsione che all’espropriazione forzata possono partecipare creditori ulteriori rispetto al creditore pignorante.
I creditori che possono intervenire nel processo di espropriazione forzata si distinguono in tre grosse categorie di intrinsecantesi tra loro:
- creditori intervenienti muniti e non muniti di titolo esecutivo;
- creditori intervenienti tempestivi e tardivi;
- creditori intervenienti chirografari e muniti di diritti di prelazione.
Requisiti di ammissibilità dell’intervento sono:
- l’essere creditori muniti di titolo esecutivo;
- l’essere creditori che, al momento del pignoramento, avevano eseguito un sequestro sui beni pignorati;
- l’essere creditori muniti di pegno o di un diritto di prelazione risultante dai pubblici registri (ipoteca);
- l’essere creditori (chirografari o privilegiati) titolari di un credito risultante dalle scritture contabili obbligatorie previste per gli imprenditori.
Quanto agli effetti dell’intervento, questi consistono nel diritto a partecipare alla distribuzione della somma ricavata, nonché nella possibilità di dare anche diritto a partecipare all’espropriazione del bene pignorato e a provocarne i singoli atti.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Stefano Civitelli
[Visita la sua tesi: "Danni da mobbing e tutela della persona"]
- Università: Università degli Studi di Firenze
- Facoltà: Giurisprudenza
- Esame: Diritto processuale civile, a.a.2007/2008
- Titolo del libro: Lezioni di diritto processuale civile
- Autore del libro: A. Proto Pisani
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