La corte penale internazionale e la sua genesi
Non basta che un crimine sia tale secondo il diritto internazionale per processare i responsabili ma occorre anche che ci sia un meccanismo di competenza sotto forma di giustizia penale internazionale. Per questo motivo nel 1915 i governi di Gran Bretagna, Russia e Francia avevano lanciato un avvertimento congiunto alla Turchia per informare i membri del governo ottomano che sarebbero stati considerati personalmente responsabili dei massacri in corso degli armeni. Dall’istituzione nel 1919 di una commissione internazionale d’inchiesta per accertare la responsabilità degli autori dei crimini perpetrati nel corso della grande guerra della Germania, sarebbe dovuta nascere una giurisdizione penale e internazionale che rimase però lettera morta. Tuttavia la Società delle Nazioni incaricò una commissione di giuristi di elaborare il progetto di una corte competente per giudicare i crimini che violavano l’ordine pubblico internazionale della legge universale delle nazioni. Il piano prevedeva la creazione di una corte penale internazionale che giudicasse i crimini di terrorismo.
Soltanto a causa della situazione internazionale creatasi con la seconda guerra mondiale e con la scoperta delle terribili atrocità commesse dai nazisti, l’accordo di Londra del 1945 istituì il tribunale militare internazionale di Norimberga, competente per giudicare i crimini di guerra contro l’umanità. Questo organo rappresenta il primo passo per la creazione di una giustizia penale sovranazionale perché ha fissato 3 principi fondamentali: responsabilità penale individuale davanti al diritto internazionale; la condizione ufficiale di capo di stato non esime dalla responsabilità; l’imputato non può invocare come giustificazione di aver agito per conseguire un ordine.
Durante i primi lavori dell’ONU fu riproposta l’idea di istituire una corte permanente ma la guerra fredda e le divergenze tra stati impongono a questo progetto una pausa di 40 anni.
La fine della guerra fredda, il rinnovato consenso politico in seno al consiglio di sicurezza dell’ONU e l’emergere di nuove circostanze eccezionali con le tragedie della Iugoslavia e Ruanda rendono possibile la creazione di un organo giurisdizionale permanente. Nel 92 l'assemblea generale delle Nazioni Unite chiede alla Commissione per il diritto internazionale di elaborare il progetto di uno statuto. L’istituzione, su richiesta del consiglio di sicurezza, e poi il lavoro dei tribunali penali internazionali ad hoc per processare i responsabili dei crimini commessi in Bosnia e Ruanda contribuiscono ad accelerare i lavori che porteranno alla nascita di una corte penale internazionale. L’esperienza dei Tribunali penali internazionali per l’ex Iugoslavia e il Ruanda con la condanna di un primo ministro (ruandese) e l’incriminazione di un capo di stato (Milosevic) ha contribuito a limitare la sovranità degli stati.
Il 9 luglio 98 è stato adottato a Roma lo statuto di una corte penale internazionale. La Corte, legata alle Nazioni Unite e che a differenza dai due tribunali penali e internazionali è permanente, avrà sede all’Aia. Sarà competente per giudicare i responsabili di crimini che vanno al di la di ogni immaginazione e offendono la coscienza umana. La Corte prevede una procedura di cooperazione tra stati, mentre i due tribunali ad hoc erano competenti per i crimini commessi in ex Iugoslavia e Ruanda.
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Autore:
Filippo Amelotti
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[Visita la sua tesi: "I cartoni animati satirici: il caso South Park"]
- Università: Università degli studi di Genova
- Facoltà: Scienze Politiche
- Esame: Storia contemporanea
- Docente: E. Preda
- Titolo del libro: Il secolo dei genocidi
- Autore del libro: Bernard Bruneteau
- Editore: Il Mulino
- Anno pubblicazione: 2005
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