Politica come intesa da Machiavelli
La politica non è costruita sulla teoria ma diventa analisi e descrizione del comportamento politico quale effettivamente si realizza. Diventa criterio di interpretazione della storia e questa indica in concreto come si determinano le situazioni politiche tipiche da cui è possibile ricavare le regole cui deve informarsi l’azione politica.
La politica consiste nello studio dei mezzi e accorgimenti mediante cui l’uomo viene sottratto al disordine, verso cui tende naturalmente, per essere mantenuto nell’ordine.
Usa la parola Stato per indicare che la comunità politica ha una sua autonoma ragion d’essere, cioè ritrova in se stessa la giustificazione della sua esistenza: perciò lo stato è definito come dominio che ha impero sopra gli uomini. Stato si identifica con la forza e si realizza nel comando che esercita su coloro che sono assoggettati al suo potere. Lo stato è concepito come forza perché è solo grazie a quest’ultimo l’uomo è sottratto al suo egoismo, alla dispersione e al disordine generati in lui dalla sua malvagità. Solo la forza mantiene gli uomini uniti nella società. La dinamica della politica si esprime nella lotta per la conquista e la difesa del potere.
Distingue due tipi di stato:
il principato: è quello stato e ordine politico caratterizzato dalla unità di comando, realizzata da un solo individuo (ma non inteso automaticamente come governo assoluto)
la repubblica: è quella forma di stato in cui assume rilievo determinante l’autorità del popolo, che gode di un’ampia libertà in quanto può partecipare al governo della cosa pubblica.
Macchiavelli è deciso assertore della costituzione mista a modello di quella romana, fondata sulla compartecipazione al potere politico del principe dell’aristocrazia (ottimati) e del popolo.
I principati vengono distinti in ereditari e nuovi. I principati nuovi possono essere conquistati con le armi proprie o altrui, con la fortuna o con la virtù.
I veri problemi politici nascono con i principati nuovi perché si tratta di procedere ad una accurata analisi che tenga conto di tutti gli elementi della situazione e delle diverse reazioni che la politica del nuovo principe suscita nei sudditi.
Ogni atto politico con cui si modifica una precedente situazione per conquistare o mantenere il potere ne determina una nuova nel senso che offre diverse possibilità di scelta e consente di optare per l’una o per l’altra azione politica. L’azione politica è necessitata dalla situazione in cui si trova chi opera, e necessitante in quanto crea una nuova situazione che ritorna sull’uomo politico, costringendolo ad agire, cioè ad adoperare delle scelte: una volta attuate queste scelte il politico diventa prigioniero degli avvenimenti politici che lui stesso ha determinato.
Gli stati partecipano alla stessa natura degli uomini: tendono, per conservarsi a estendere il loro dominio.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Filippo Amelotti
[Visita la sua tesi: "Il Canada e la politica internazionale di peacekeeping"]
[Visita la sua tesi: "I cartoni animati satirici: il caso South Park"]
- Università: Università degli studi di Genova
- Facoltà: Scienze Politiche
- Esame: Storia delle dottrine politiche
- Docente: Lazzarino
- Titolo del libro: Storia delle dottrine politiche
- Autore del libro: M. D'Addio
- Editore: ECIG
- Anno pubblicazione: 2002
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