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La polis omerica


La polis omerica ha una struttura aristocratico-gentilizia, è basata su un rigido patriarcalismo che esclude la massa del popolo da ogni forma di tutela giuridica, da ogni diritto politico, tranne quello di partecipare all’assemblea. Con la prima riforma della costituzione aristocratico-gentilizia fu estesa la garanzia delle leggi anche a chi non apparteneva al gruppo gentilizio con la redazione delle leggi scritte. La legge cessò di essere monopolio del ghenos e divenne atto pubblico della polis che garantiva tutti i membri della comunità. Leggi e la giustizia furono sottratte al ghenos e divennero di esclusiva competenza della polis. I reati persero il carattere sacrale e furono considerati sulla base delle leggi. Si afferma così il principio e il valore del nomos cioè della legge fatta dal legislatore della polis, di contro alle themistes, le leggi dettate dagli dei. Le nuove esigenze militari impongono la formazione di un esercito che sia costituito non solo da cavalieri (aristocrazia) ma anche da fanti dotati di armatura provenienti da altre classi, il cui reddito consente di acquistare armi. I diritti politici vengono riconosciuti a coloro che fanno parte dell’esercito: tale riforma da vita al cosiddetto stato politico.
Alla fine del Vi secolo due comunità rappresentano il modello ai quali si ispireranno i legislatori ed i teorici politici dei secoli seguenti: Sparta ed Atene. La prima rimane fedele agli ideali dell’antica costituzione aristocratico-gentilizia fondata sul rispetto delle tradizioni patrie, sull’ideale dedicata in tutto e per tutto alla polis; assume le caratteristiche di un ghenos: la polis comprende 2 gruppi etnici: gli spartiati e gli iloti, che erano stati assoggettati e vengono mantenuti in stato di servitù della gleba. Lo spartiate deve essere educato e vivere per la polis. Con una rigida disciplina si crea un guerriero capace di sacrificare la propria vita per la polis. Nulla è concesso alla vita privata dello spartiate: non deve preoccuparsi del suo sostentamento perché gli iloti lavorano per lui; la sua quota di proprietà gli viene assegnata dalla comunità; non può svolgere attività artigianali o commerciali; anche se ha una famiglia deve passare la maggior parte del tempo con i suoi commilitoni. Sino a 60 anni ha l’obbligo del servizio militare e pasti in comune.
Il potere sovrano spettava all’assemblea (apella) alla quale partecipavano tutti i cittadini che facevano parte dell’esercito. Essa eleggeva i magistrati e prendeva le decisioni più importanti. Il comando dell’esercito era affidato ai re ch dovevano provenire da famiglie aristocratiche mentre il governo era tenuto dal consiglio degli anziani, la Gherusìa, eletto dall’apella tra i cittadini che avevano terminato il servizio militare con più di 60 anni. Poiché l’assemblea si riuniva una volta al mese, la normale azione di governo era affidata a 5 efori che dovevano sorvegliare i magistrati compreso il re che potevano essere arrestati e processati su giudizio degli efori. Queste le linee essenziali della costituzione spartana attribuite a Licurgo.

Tratto da STORIA DELLE DOTTRINE POLITICHE di Filippo Amelotti
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