Skip to content

La Repubblica di Platone


E’ il dialogo in cui viene dimostrata l’essenza ideale della politica. Fu composta tra i 45 e i 50 anni, quelli della sua piena maturità, dopo la fondazione dell’accademia avvenuta nel 87.
È divisa in 10 libri e inizia con una discussione sulla giustizia in cui vengono ripresi gli argomenti del Gorgia e del Menesseno e continua  la polemica nei confronti dei sofisti.
Il problema della politica si concentra sul concetto di giustizia. Alla domanda che cos’è la giustizia?, Cefalo e Polemarco danno definizioni che vengono dimostrate infondate da Socrate. Poi interviene Trasimaco che dice che la giustizia è l’utile del più forte, è l’utile di chi o di coloro che governano. Dice che la giustizia non è altro che la ragione per cui abbiamo e conserviamo il potere. Non esiste la giustizia ma tante giustizie per quante sono le forme di governo, ognuna interessata a giudicare tutto e tutti in funzione della propria conservazione. La giustizia si identifica con la politica cioè con gli interessi consolidati intorno al potere.
La critica socratica alla concezione della giustizia di Trasimaco si svolge sul presupposto del fondamento scientifico della politica che deve essere considerata alla stregua della scienza medica: come il medico persegue il suo interesse e quello dell’ammalato, il politico non può che attuare il proprio interesse e quello dei governati: quindi il governo non può non perseguire l’utile dei suoi governati. Chi sa quello che fa non può che fare il bene.
Il male nella politica è il risultato dell’ignoranza, cioè di non avere una conoscenza completa dei risultati ultimi delle nostre azioni nell’ambito della polis, dell’ignoranza dei principi secondo cui la politica si esprime in un tutto ordinato e sistematico. L’insidia peggiore nella politica è rappresentata nel fatto che si è convinti di conoscerla sin nei minimi particolari pur non essendoci mai chiesto che cosa sia e quale sia il fine cui tende.

La discussione sulla giustizia acquista ormai un preciso contenuto politico con riferimento alla politica intesa come scienza, in senso cioè che il concetto di giustizia non è più ricercato nella prospettiva dell’individuo singolo ma in quella della comunità politica, dello stato.

Tratto da STORIA DELLE DOTTRINE POLITICHE di Filippo Amelotti
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.