La civiltà greca e politica
La civiltà greca ha espresso la dimensione del politico, ne ha indicato gli ideali e valori.
Il greco avverte che ciò che lo differenzia da altre popolazioni e da altri gruppi etnici e lo fa superiore è la dimensione politica della sua vita.
Politica corrisponde al neutro plurale dell’aggettivo politikos e significa le cose che riguardano la polis, città, cioè comunità umana autosufficiente. Sempre da polis deriva politeia (che in italiano è costituzione) che in greco comprende non solo il complesso delle istituzioni politiche ma anche altre istituzioni mediante cui si realizza la vita nella polis, con riferimento al costume, alle consuetudini, alla morale, alla religione e al sistema educativo. Politeia significa modo di essere della polis considerata come un tutto organico. La politica è intesa come la forma più alta di educazione dell’uomo, una pedagogia. La polis deve formare l’individuo per renderlo capace di vivere la vita politica.
La politica deve completarsi nel pensiero, nella comprensione razionale della polis. La politica implica nella concezione greca il primato del logos che significa parola e ragione. La parola che riesce a esprimere i nostri sentimenti e sensazioni si essenzializza quando scopre la sua intima connessione con la ragione e quindi con il discorso e infine con l’argomentazione logica e scientifica. La parola è la manifestazione del logos in quanto ragione. La parola fonda il rapporto essenziale tra il noi e l’io. È la parola in quanto lingua che consente agli uomini e alla collettività di riconoscersi.
Il pensiero politico greco ha avvertito l’essenziale rapporto che sussiste tra la lingua e le prime forme di aggregazione umana. Aristotele indica queste forme con Koinonìa, comunità, ciò che è in comune.
La caratteristica fondamentale della polis consiste nell’essere una comunità che si estende su un territorio ristretto i cui fini potevano essere per corsi in una giornata dall’uomo.
La polis storica è il risultato di un lungo processo storico che si conclude nel VII sec: nell’età omerica la polis è costituirà da una pluralità di villaggi che gravitano intorno alla grande casa, castello del re dei re. La comunità omerica ha un organizzazione politica fondata sul ghenos, sul gruppo di più famiglie che vanta un comune progenitore. Il capo del gruppo gentilizio è riconosciuto come re, indice che il ghenos è una vera e propria entità politica. L’alleanza di più gruppi gentilizi costituisce la polis omerica. Il re dei re è sempre assistito dal consiglio degli altri re: il suo potere ha carattere sacrale in quanto interprete dei voleri della divinità.
Il re è assistito nel governo della polis dal consiglio, costituito dai gheronti, gli anziani, con i quali concorda le decisioni più importanti, che debbono essere comunicati al popolo, al demos, cioè alla massa dei liberi che non appartiene alle famiglie aristocratiche. La terza istituzione politica nella polis è l’assemblea nella quale parlano solo i nobili. Il popolo ha il diritto di manifestare il suo consenso/dissenso.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Filippo Amelotti
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- Università: Università degli studi di Genova
- Facoltà: Scienze Politiche
- Esame: Storia delle dottrine politiche
- Docente: Lazzarino
- Titolo del libro: Storia delle dottrine politiche
- Autore del libro: M. D'Addio
- Editore: ECIG
- Anno pubblicazione: 2002
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