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Le risorse dell’egemonia: militari, economiche, intellettuali


la supremazia militare: non si considera la forza militare pura una forza sufficiente di egemonia ma è necessaria una supremazia militare. Un’importanza cruciale è rivestita dal potere marittimo. Le teorie cicliche forniscono la rappresentazione dell’ordine internazionale come il succedersi di egemonie esercitate da stati leader in termini di commercio di lungo raggio (marittimo) e potenza navale. È la capacità di proiettare la forza militare su scala globale che consente all’egemone di conquistare una posizione dominante nell’economia mondiale. È il dominio militare dei mari che permette all’egemone di creare un sistema di transazioni commerciali di vasto raggio e di trarne profitto.
La leadership economica: l’associazione tra supremazia economica e leadership militare è evidente nelle teorie dell’economia-mondo. La teoria dell’economia-mondo di Wallerstein sostiene che l’economia mondo capitalista ha proceduto attraverso fasi regolari di espansione e contrazione. Anche il grado di concentrazione del potere passa attraverso cicli con periodi di concentrazione del potere che cedono il passo a periodi di multipolarità. La relazione tra cicli economici e cicli di concentrazione del potere sta nel diseguale e ingiusto sviluppo dell’economia mondo capitalista che consente l’emergere periodico di una potenza egemone con una posizione di superiorità economica rispetto agli altri aspiranti alla stessa posizione. È possibile secondo lui parlare di economia solo nelle situazioni in cui una grande potenza ha un’efficienza economica superiore in termini produttivi, commerciali e finanziari. Nonostante lo sviluppo diseguale abbia prodotto un ciclo ricorrente dell’egemonia, non c’è garanzia che un nuovo egemone emergerà e ci sono lunghi periodi nei quali nessun egemone è evidente.
Quindi le differenze nella distribuzione del potere sono radicate nella differenza in termini di dimensioni e tassi di crescita dei singoli stati. Gilpin vede il tramonto del ciclo degli imperi come il segno dell’avvento della modernità e lo collega a 3 sviluppi decisivi: il trionfo dello stato nazionale, l’avvento di una crescita economica prolungata basata sulla scienza e sulla tecnologia, lo sviluppo di un’economia di mercato mondiale.
Incentrata sul rapporto tra potere economico e politico è la definizione di potere strutturale cioè il potere di scegliere e dare forma alle strutture dell’economia politica globale entro le quali gli altri stati, le loro istituzioni politiche, le loro imprese economiche, i loro lavoratori, devono operare.
L’influenza intellettuale: per conseguire ed esercitare una vera egemonia non bastano le risorse materiali che danno vita all’hard power (potere militare ed economico), è necessario avere anche il soft power, la capacità di attrarre e sedurre. Consiste nell’indurre gli altri a volere ciò che tu vuoi e si affida alla capacità di definire le priorità plasmando le preferenze altrui. Affinchè l’egemone sia in grado di raggiungere i suoi scopi in politica internazionale, è necessario che gli altri paesi desiderino seguirlo.

Tratto da RELAZIONI INTERNAZIONALI di Filippo Amelotti
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