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Differenze tra totalitarismo e sultanismo


In un regime autoritario possono essere presenti i meno rule of law, spazio per una semi-opposizione o per i moderati del regime che potrebbero instaurare legami con i moderati dell’opposizione e vi sono di solito numerose attività economiche e sociali che si sviluppano entro un quadro stabile di relativa autonomia. Con il sultanismo non c’è nessuna rule of law, nessuno spazio per una semi-opposizione. Nessuno spazio per i moderati del regime che potrebbero negoziare con i moderati democratici e nessuna sfera dell’economia e della società civile che non sia soggetta all’esercizio dispotico del volere del sultano.
Vi inoltre un forte contrasto tra regimi totalitari e sultanistici nella funzione e nelle conseguenze dell’ideologia. In un regime totalitario non solo è presente un’ideologia guida elaborata ma l’ideologia ha anche la funzione di legittimare il regime e i governanti sono spesso vincolati dal loro stesso sistema dai valori e dalla loro ideologia. Essi e i loro seguaci credono in quella ideologia che diventa un punto di riferimento e di giustificazione delle loro azioni. Un governante sultanistico ha la caratteristica di non avere alcuna ideologia elaborata.
Le differenze relative all’ideologia tra regimi autoritari e sultanistici sono meno profonde. Comunque le mentalità caratteristiche di solito vincolano i governanti più dell’ideologia personale e idiosincratica del sultano.
L’ampia ed intensa mobilitazione caratteristica del totalitarismo si trova raramente in un regime sultanistico a causa del suo basso grado di istituzionalizzazione e del suo scarso rapporto con un ideologia onnicomprensiva. Il basso grado di organizzazione comporta mobilitazioni irregolari e sporadiche. La maggiore differenza tra mobilitazioni sultanistiche e autoritaria è la tendenza propria del sultanismo ad utilizzare gruppi parastatali legati al sultano con l’obbiettivo di esercitare violenza e terrore nei confronti di chiunque si opponga al suo volere. Questi gruppi parastatali non sono burocrazie moderne con norme e provedure generalizzate. Sono estensioni dirette della volontà del sultano.
L’elemento centrale del sultanismo è il potere personale illimitato del sultano. Tale potere non è limitato dall’ideologia, da norme legali e razionali o da qualche bilanciamento di poteri. Il sostegno non è basato su una coincidenza di interessi tra i preesistenti gruppi sociali privilegiati e il sovrano, bensì sugli interessi creati dal suo potere, le ricompense offerte in cambio di lealtà e il timore di una sua vendetta.
Le leadership in uno stato sultanistico e in uno totalitario sono simili. In entrambi i regimi il leader comanda senza limiti definiti del suo potere e vi è un alto grado di imprevedibilità tanto per elite che per le non elite. Restano alcune differenza. L’elaborata ideologia con il suo senso di missione pubblica e impersonale dovrebbe svolgere una funzione legittimante nei regimi totalitari. Le dichiarazioni ideologiche di un leader totalitario vengono prese sul serio non solo dai suoi seguaci e quadri bensì anche dalla società e dagli intellettuali. Ciò pone la leadership totalitaria a un grado di condizionamento organizzativo, sociale e ideologico, aspetto non presente nella leadership sultanistica. Nel sultanismo l’intensità della personalizzazione del potere rende la dimensione dinastica del governo normalmente accettabile ed empiricamente frequente mentre il totalitarismo considera le ambizioni dinastiche aberranti.
In un regime autoritario la leadership è esercitata con norme mal definite ma in realtà prevedibili. Nella maggior parte dei regimi autoritari alcune entità burocratiche giocano un ruolo importante. Tali burocrazie spesso conservano o creano le proprie norme che implicano la presenza di limiti procedurali e normativi a ciò che il leader può chiedere loro. Invece un leader sultanistico richiede una collaborazione amministrativa incondizionata non essendo la lealtà del funzionario nei confronti del suo ufficio un impegno impersonale nello svolgere compiti impersonali che definiscono l’estensione e il contenuto del suo ufficio.

Tratto da TRANSIZIONE E CONSOLIDAMENTO DEMOCRATICO di Filippo Amelotti
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