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Limiti al pluralismo nelle società post-totalitarie


È importante sottolineare la presenza di limiti significativi al pluralismo nelle società post-totalitarie. A differenza di un regime autoritario non vi è alcun pluralismo e autonomo nella sfera politica. In tutti i regimi post totalitari al partito ufficiale viene legalmente concesso il ruolo guida nel sistema politico. Il pluralismo istituzionale di un regime post totalitario non dovrebbe essere confuso con il pluralismo politico. Infatti il pluralismo istituzionale viene esercitato all’interno del partito-stato oppure entro i confini della seconda economia da poco tollerata o della cultura parallela. Il pluralismo della seconda cultura dovrebbe essere considerato come un pluralismo sociale che può avere implicazioni politiche. Nei regimi post-totalitari, tranne nei casi in cui vi sia stato un cambiamento di tipo, il parlamento e i leader del regime non concedono alcuna legittimità e responsabilità al pluralismo politico non ufficiale.
Ci sono differenze rilevanti che differenziano la leadership totalitaria da quella autoritaria. La leadership totalitaria non è limitata da leggi e procedure ed è spesso carismatica. La leadership può provenire dal partito o movimento rivoluzionario ma i membri di questo sono altrettanto vulnerabili rispetto ai netti cambiamenti di politiche e di ideologia voluti dal leader esattamente quanto il resto della popolazione. Nello schema di Linz invece la leadership autoritaria agisce in un sistema politico nel quale un leader o un piccolo gruppo esercita il potere all’interno di norme poco definite formalmente ma in realtà abbastanza prevedibili. Ci sono ampi tentativi di cooptare gruppi della vecchia elite in ruoli di leadership e vi è una certa autonomia nelle carriere statali e militari.
Come in un regime totalitario, la leadership post-totalitaria è ancora esclusivamente ristretta al partito o movimento rivoluzionario. A differenza del regime totalitario, i leader post totalitari tendono ad essere più burocrati e tecnocrati di stato che capi carismatici. Il numero di persone più importante in un regime post-totalitario di incrementare la propria sicurezza e di diminuire i sentimenti di paura riducendo l’ambito di arbitraria discrezionalità concessa alla leadership di vertice.
Il desidero dell’élite di vertice di ridurre l’assoluta discrezionalità del futuro leader è una fonte dinamica di pressione per un mutamento tipologico del regime dal totalitarismo al post-totalitarismo. Da questo punto di vista la leadership post-totalitaria è tipo logicamente più vicina alla leadership totalitaria giacché il leader governa entro limiti non definiti ma prevedibili. Ma la leadership in questi due tipi di regimi è ancora diversa in alcuni aspetti fondamentali. La leadership post-totalitaria è reclutata esclusivamente tra i membri del partito che svolgono la loro carriera all’interno della stessa organizzazione di partito, della burocrazia o dell’apparato tecnocratico dello stato. tutti i leader sono reclutati tra le strutture create dal regime. Al contrario, nella maggior parte dei regimi autoritari la regola è di cooptare gran parte della leadership tra i gruppi che hanno un certo grado di potere,presenza e legittimità non derivanti direttamente dal regime stesso.
Il pluralismo limitato del tipo partitico-burocratico-tecnocratico in un regime post-totalitario non da al regime la flessibilità per un mutamento interno al regime, mutamento che invece può essere impresso a  molti regimi autoritari dalla cooptazione delle elite non di regime.

Tratto da TRANSIZIONE E CONSOLIDAMENTO DEMOCRATICO di Filippo Amelotti
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