Uso del metodo sperimentale per studiare l’intervento educativo
L’opzione di adottare la procedura delle scienze sperimentali in educazione non è esente da problemi dato che l’oggetto dio indagine è l’uomo.
Il metodo scientifico: in qualsiasi ambito, esso richiede di fare agire solo le variabili rilevanti e neutralizzare le altre; per stabilire i nessi causali il ricercatore deve specificare le variabili che intende esaminare e quelle che possono avere un’influenza sulla relazione esaminata.
Nella ricerca pedagogica non è quasi mai possibile isolare un’unica variabile o stabilire un sistema chiuso in cui nessun evento estraneo influenzi i fenomeni.
La ricerca educativa non può prendere acriticamente a modello i disegni utilizzati dalle scienze naturali. L’esperimento è il metodo di raccolta dati più utilizzato nelle scienze naturali ma il suo uso è più ridotto nelle scienze umane. Però se la ricerca educativa non può rifarsi incondizionatamente ai paradigmi delle elitre scienze, questo non la esonera dall’affrontare i suoi problemi con procedimento scientifico.
La pedagogia sperimentale nasce a inizio 900 parallelamente allo sviluppo della psicologia scientifica, ma con l’ affermazione dell’idealismo, gli studi sperimentali subiscono una brusca interruzione, la ripresa avviene dopo il 1945. in realtà le innovazioni introdotte a scuola negli anni 60-70 hanno abusato del termine “sperimentale”: attività provvisorie e improvvisate senza forme di controllo-verifica (esperienze o troppo specialistiche e troppo globali da rendere difficile la verifica delle ipotesi).
Un sistema scientifico deve avere una forma logica che permetta, per mezzo di controlli empirici, una sua confutazione e corroborazione (Popper).
Questo criterio non è stato rispettato nelle prime esperienze: inadeguate procedure di assegnazione dei soggetti, scarsa chiarezza nella definizione di proposizioni scientifiche, variabili e misure.
Oggi, per esempio, la ricerca-azione: momento significativo per la pedagogia sperimentale che permette di accumulare un sapere sostenuto dall’azione e collaudato nella situazione pur senza rinunciare a quelle premesse teoriche, coordinate concettuali indispensabili per la costruzione delle ipotesi e per la loro verifica.
Anche se la ricerca educativa non può rifarsi totalmente ai paradigmi delle scienze naturali può comunque affrontare i suoi problemi con metodo sperimentale: è fondamentale la pianificazione del disegno sperimentale (raccogliere e analizzare dati, sviluppare la definizione del problema, identificare i costrutti teorici rilevanti, definire le variabili, formulare ipotesi di ricerca, definire procedure di misurazione).
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Dettagli appunto:
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Autore:
Antonella Bastone
[Visita la sua tesi: "L’anoressia mentale in adolescenza: analisi multidimensionale dell'autostima"]
[Visita la sua tesi: "Corpo, modelli estetici e disturbi del comportamento alimentare. Un’interpretazione socioculturale."]
- Università: Università degli Studi di Torino
- Facoltà: Scienze della Formazione
- Esame: Pedagogia Sperimentale
- Docente: Piacenza
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