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Il gioco con le parole

Il gioco con le parole    


La psicoterapia ha luogo là dove si sovrappongono due aree di gioco, quella del paziente e quella del terapeuta.    
Oltre che con gli oggetti, si può giocare con le parole costruendo un linguaggio metaforico che procede per immagini che pennellano e a volte camuffano o trasformano stati d’animo profondi, paure e conflitti negati, assetti relazionali disfunzionali ecc.    
Lo stesso sintomo presentato dal paziente o dalla famiglia può divenire la metafora di un problema relazionale, il tentativo di conciliare esigenze contraddittorie attraverso un simbolo polivalente. Proprio su questa sintesi tra lati contrastanti della realtà, in questo crocevia tra situazioni anche molto distanti tra loro, il terapeuta può iniziare il suo lavoro di associazione e di ristrutturazione, “giocando” con le imamgini. E’ la curiosità alimentata da un linguaggio per immagini, perciò volutamente criptico e incompleto, la molla più efficace per invogliare il singolo e la famiglia come insieme a partecipare a un gioco comune e come tale patrimonio di tutti

Tratto da TEMPO E MITO IN PSICOTERAPIA FAMILIARE di Antonino Cascione
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