Skip to content

Studio antropologico: l’economia


Agli antropologi il termine economia non piace, perché sono influenzati dall’ottica europea che vede l’uomo come un essere razionale che agisce perseguendo fini utilitaristici, e quindi profondamente egoistico, mentre però sono colpiti dalla malattia cosiddetta "bongo-bonghismo", secondo cui ogni volta che si tenta di costruire una teoria generale, ci sarà sempre qualcuno che dirà che nella tribù di Bongo-Bongo le cose vanno diversamente.
Fino a che gli antropologi si limitavano a descrivere i diversi sistemi di produzione o di scambio, tutto è andato bene: i problemi sono iniziati quando si è tentato, attraverso il modello comparativo, di trovare modelli generali, gli antropologi economici si sono divisi in due fazioni, i formalisti contro i sostanzialisti, che portano dietro di loro un’altra dicotomia, universalisti/relativisti.
Per i formalisti era possibile applicare i metodi di analisi economica a qualsiasi gruppo umano, in quanto l’uomo agisce sempre e comunque come essere razionale che cerca di massimizzare il profitto. Per i sostanzialisti, invece, ciò non era possibile in quanto ogni tipo di attività umana è inserita all’interno di un sistema di valori, attraverso cui gli individui non sempre perseguono il massimo guadagno, ma a volte rispondono a valori morali che possono portare in direzione diversa. In tali società l’economia è moralmente vincolata ad altre forme di espressione culturale, è quindi incastonata nella società e non esterna a essa e alle sue regole morali.

Tratto da IL PRIMO LIBRO DI ANTROPOLOGIA di Elisabetta Pintus
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.