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Insufficienza mitralica


L’intervento è indicato in pazienti con insufficienza mitralica severa cronica che divengano sintomatici (classe funzionale NYHA II o superiore)
I pazienti asintomatici con insufficienza mitralica cronica costituiscono un gruppo il cui trattamento ottimale resta difficile da valutare. È chiaramente dimostrato il beneficio di un intervento chirurgico nella fase che precede il deterioramento della funzione ventricolare sinistra ed è quindi consigliabile un attento controllo della frazione di eiezione e degli altri parametri di funzione ventricolare.
La chirurgia dell’insufficienza mitralica ha avuto considerevoli progressi in seguito allo sviluppo delle tecniche di plastica valvolare. La sostituzione valvolare resta indicata quando la malattia abbia provocato importanti alterazioni anatomiche della valvola e dell’apparato sottovalvolare.
Il trattamento chirurgico dell’insufficienza mitralica acuta (secondaria a infarto miocardico acuto con disfunzione o rottura di muscolo papillare, o a endocardite) deve essere condotta in urgenza, con tuttavia un tasso di mortalità aumentato.
Se è possibile stabilizzare con la terapia medica le condizioni infettive e emodinamiche dei pazienti con insufficienza mitralica secondaria ad endocardite acuta, è preferibile differire l’intervento per favorire l’azione di una terapia antibiotica.

Tratto da APPUNTI DI CARDIOCHIRURGIA di Alessandra Di Mauro
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