La fotografia e il cinema liberano la pittura
Se la prospettiva è stata il peccato originale della pittura occidentale, Niepce e Lumière ne furono i redentori. Infatti la fotografia ha portato a compimento l’ossessione barocca della rassomiglianza. Non è più necessario che la pittura si sforzi di imitare il reale perché sia il cinema che la fotografia soddisfano non tanto il bisogno estetico di una rappresentazione tecnicamente perfetta (anche perché ai primordi la qualità delle immagini fotografiche non era certo paragonabile a quella attuale...) ma soprattutto il bisogno psicologico di una riproduzione meccanica che escludesse la soggettività, ipoteca obbligata nel caso della pittura. Dunque la soluzione non era nel risultato ma nella genesi. Il pittore viene così liberato dal complesso della rassomiglianza.
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Autore:
Nando Dessena
[Visita la sua tesi: "Tobe Hooper e il New Horror Cinema"]
- Università: Università degli Studi di Bologna
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