La crisi dell’Ordine Templare
Il 12 ottobre 1307 il Gran maestro ricevette un grande onore, poiché quel giorno portò la bara al funerale della moglie del fratello del re, Carlo di Valois; all'alba del 13 ottobre i Templari furono arrestati da ufficiali della corona, iniziarono le torture e le confessioni riportarono le antiche fantasie eretiche.
Nel 1304 circa un francese, Esquiu de Floyran si mise in cammino verso Lerida, dove il re Giacomo II d'Aragona soggiornava nei mesi primaverili, e ottenuta un udienza fece terribili rivelazioni sui Templari; qui però l'ordine non era autonomo, era interamente dipendente dal re, e a lui devoto. Giacomo II poco incentivato ad una persecuzione, rifiutò di prendere sul serio la confessione.
Esquiu andò in Francia dove si mise in contatto con Guillaume de Nogaret, capo dei burocrati, e riuscì ad incontrare il re Filippo al quale fece le medesime rivelazioni, era il 1305, e il re le inoltrò al papa. In Filippo convivevano la fanatismo e cinismo, quindi poteva benissimo persuadersi che un'organizzazione in grado di opporsi alle sue aspirazioni fosse capace di qualsiasi malvagità. Verso la fine del 1307 papa Clemente lo informò che intendeva condurre un'indagine: il re comprese che una simile investigazione con i Templari ancora in libertà e in grado do difendersi difficilmente sarebbe sfociata in condanna e soppressione dell'ordine. Jacques de Molay a sua volta sollecitò il papa ad investigare in modo da ristabilire il nome dell'ordine, la visita tra i due, l'11 settembre infatti trattò semplicemente della possibilità di una nuova crociata; perciò sarebbe toccato al re occuparsi della situazione se voleva distruggere la confraternita. Il 14 settembre fu stilato l'ordine d'arresto contenente accuse di azioni bestiali, oscenità e simili presumibilmente compiute dai templari riguardanti soprattutto la cerimonia di iniziazione. In essa si sostiene che al nuovo adepto veniva chiesto di rinnegare la fede e Cristo, sputando sulla croce, di praticare liberamente la sodomia, in quanto lecita per l'ordine, di adorare degli idoli. In base a queste accuse, spesso estorte nelle confessioni l'ordine fu soppresso, ma soprattutto furono ritenute valide per molti secoli successivi fino a che nel 1813 Raynouard gettò dei dubbi. Certo per la gente è stato difficile credere che anche il più dispotico sovrano potesse o volesse fabbricare un intero corpo di accuse basandosi sul nulla, ma fu proprio così che accadde.
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Autore:
Elisa Giovinazzo
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- Università: Università degli Studi di Verona
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