Le dottrine Ariane
Le dottrine Ariane
Gli ariani costituirono una sparuta minoranza. Costantino assunse la presidenza del concilio e cercò di realizzare una base di accordo più ampia possibile, in modo da porre fine alla contesa nel più breve tempo possibile. Nasce così il famoso Credo Niceno Costantinopolitano, professato ormai da sedici secoli. Non fu subito riconosciuto però. La confessione nicena provvedeva a- definire il Verbo,
- Gesù Cristo, figlio di Dio e Dio come il padre da Lui generato ma non fatto
- consustanziale con Lui
Si anatemizzavano le dottrine ariane e Ario veniva scomunicato. Ma la formula della consustanzialità non era stata né concepita né redatta con la flessibilità necessaria a lasciare spazi di conciliazione con le opposte dottrine, né i contrasti con le varie chiese erano stati appianati. I teologi orientali nel termine e oùsia vedeva residui materialistici e stoici. Lo stesso Costantino finì per avvicinarsi alle idee ariane e sconfessò i difensori del credo niceno e richiamò dall'esilio e riabilitò Ario e gli ariani.
Dopo la morte di Costantino, l'Occidente, con l'Egitto, rimasse compattamente niceno con Costante, mente l'Oriente rimase filoariano con Costanzo e rifiutò la teoria dell' homooùsios. Si cercarono soluzioni di compromesso con la soluzione nicena ed effetti importanti ebbero le decisioni prese nel Concilio di Sirmio del 357 dove oùsia e i composti homooùsios e homoioùsios venivano prescritti come termini perchè non legittimati dall'uso scritturistico; si rimarcò l'inferiorità del Figlio rispetto al Padre accentuando in senso subordazionista ogni elemento di distinzione.
Qui si trova per la prima volta il termine homoioùsios (di natura simile) che venne usato poi come termine distintivo di un gruppo di vescovi dell'Asia Minore che passa sotto il nome di omeousiani, in contrasto ovviamente con i sostenitori dell'omeousia senza I. Si raggiunse un accordo nel 358 dove si proscriveva l'ousia ma non i suoi composti e il Figlio veniva affermato “simile” al padre ma impiegando un termine diverso homoios che respingeva ogni riferimento alla sostanza, alla ousia. Da questo nuovo termine nasce il partito degli omei, capeggiati da Acacio, successore di Eusebio di Cesarea.
Dopo innumerevoli concili, Costanzo si schierò per la soluzione acaciana, col Figlio homoios rispetto al padre e ne impose la proclamazione al concilio di Costantinopoli del 360. La concezione nicena era largamente perdente e le maggiori chiese (Antiochia, Milano, Costantinopoli) erano filo ariane. La crisi continò sotto Giuliano, Valentiniano e Valente. Solo grazie alla successiva opposizione di eminenti vescovi come Dionigi di Milano, papa Liberio e poi Ambrogio di Milano il credo niceno divenne vincente.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
[Visita la sua tesi: "Profezie inascoltate: il "Golia" di Giuseppe Antonio Borgese"]
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Storia del cristianesimo antico
- Docente: Teresa Sardella
- Titolo del libro: Il cristianesimo dal concilio di Nicea a Gregorio Magno
- Autore del libro: S. Pricoco
- Editore: Bari
- Anno pubblicazione: 1995
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