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Teodosio principe cristiano - 379 /395

Teodosio principe cristiano - 379 /395


Tedosio si eleva subito a difensore della cristianità ortodossa nicena e dal 388, con l'inizio delle ostilità contro l'usurpatore Massimo, vara una serie di leggi con le quali estende a tutto l'impero romano la repressione dell'eresia. Eretico è chi devia dalla dottrina ortodossa anche in un punto minore. La fede ortodossa è quella stabilita dal Concilio di Nicea e riformulata nel Concilio di Costantinopoli. Le dottrine dichiarate eretiche sono indicate più volte in vari elenchi ma quelle che compaiono sempre sono l'arianesimo e il manichesimo. Il manichesimo preoccupava per la sua tendenza ad essere religione universale e a fare dunque proseliti nel mondo, sia per la solida struttura che si era data sia per la grande diffusione che aveva avuto. Le pene erano molto variegate e severe e testimoniano l'intenzione di Teodosio di scardinare tutti i sistemi ereticali.Non fu meno importante la lotta al paganesimo. L'editto di Tessalonica del 380 chiariva esplicitamente che il paganesimo era punito e nel 381 si comminò già la proscrizione per chi praticava sacrifici, che nel 385 diventa punibile con la crocefissione. Nel 392 viene dichiarato proibito qualsiasi culto privato o pubblico non cristiano.L'evento probabilmente più importante che elevò Teodosio al rango più alto dell'attenzione cristiana fu l'episodio di usurpazione del 392 con il quale Arbogaste eliminava Valentiniano II e acclamava imperatore Eugenio, retore romano che sperava nel riconoscimento del suo ruolo da parte di Teodosio senza spargimenti di sangue. Sostenuto però dal fronte pagano romano, dai donatisti, dai barbari ariani, Eugenio si presentò come campione della romanità pagana. Eugenio è l'ultimo tentativo di ripaganeggiamento romano. La guerra scoppia nel 394, nelle Alpi Giulie, e lo scontro definitivo avviene presso il fiume Frigido, nel Carso. Arbogaste e Eugenio vengono sconfitti e uccisi. Rufino, lo storico, tratteggia diversamente la vigilia dei due contendenti, contribuendo a tratteggiare Teodosio come uomo vincitore per assistenza divina, riferendosi ad una misteriosa tromba d'aria che rivolgeva ai nemici i loro stessi dardi.Prima di questo definitivo scontro a Roma i senatori pagani mantenevano una certa importanza e tra loro spiccava il celebre oratore Quinto Aurelio Simmaco che protestò per la questione della rimozione dell'ara della Vittoria, allontanata nuovamente nel 382. Prudenzio lo dipingerà come l'indiscusso campione dell'ultimo paganesimo. Altro importante personaggio dell'ultimo paganesimo fu Vettio Agorio Pretestato, che Macrobio fa protagonista dei suoi Saturnalia. Fu cultore di studi storico – religiosi e virgiliani e lo stesso Girolamo ne ebbe una impressione vivissima anche se poi lo scagliò nel Tartaro. È questo insomma l'ultimo forte guizzo di reazione e restaurazione culturale pagana, spinte da un'aristocrazia nostalgica degli antichi fasti. La vittoria di Teodosio al Frigido segnerà comunque la fine della reazione pagana.Teodosio segna la chiusura di un'epoca. La cultura cristiana ne fa l'instauratore di un'età nuova, il modello dell'imperatore ideale che governa come parte integrante della chiesa ed esegue i disegni provvidenziali. Per la pubblicistica cristiana di Rufino, Orosio, Ambrogio e Agostino, Teodosio è l'ideale figura del principe cristiano, umile e piissimo, vittorioso sui nemici e felicemente regnante per il favore di Dio, che concede la vittoria in cambio della fides e della pietas. Il princeps optimus non è più quello Lattanziano del sovrano che legittima e protegge la religione del vero Dio; non quello di Eusebio che conosce i theìa cristiani; l'imperatore non è più l'imitatore del grande re divino; sono la humiltas, la pietas e la fides a sostegno e servizio della Chiesa a legittimarlo.Questa teologia del potere va attribuita soprattutto ad Ambrogio ma non fu una teologia senza scontri. Egli si impose a Graziano e a Valentiniano II nella questione dell'Ara della Vittoria; a Valentiniano I nella vicenda delle basiliche ariane a Milano. Con Teodosio gli scontri saranno anche più aspri ma è Ambrogio il personaggio che ha certamente più importanza nella conduzione della politica teodosiana. Teodosio trova in Ambrogio un grande interprete e sostenitore della sua azione religiosa ma troverà in lui anche un fiero e duro oppositore al quale era difficile imporre il silenzio. Ambrogio rivendica sempre l'autonomia della Chiesa dallo Stato e spesso otterrà dall'imperatore il riconoscimento delle ragioni religiose, subordinando quelle di stato. Ambrogio era figlio di un prefetto di Costantino II e membro della potente famiglia degli Anici. Al funerale di Teodosio, Ambrogio ricorderà senza trionfalismi ma anche senza mezzi termini che il sovrano è piegato alla disciplina della Chiesa. Ricordiamo gli episodi di Callinico nel 388, con la distruzione cristiana di una sinagoga, e di Tessalonica nel 390, con l'uccisione del barbaro Buterico e la repressione teodosiana.

Tratto da STORIA DEL CRISTIANESIMO ANTICO di Gherardo Fabretti
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