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Il senso del pudore


Le posizioni relative al comune senso del pudore si differenziano, sostanzialmente, in due filoni: le tesi "biologiche" di Scheler, che sostengono un sentmento del pudore innato in ogni persona poi esaltato e differentemente espresso dai diversi contesti sociali e culturali; e le teorie di stampo psicologico e culturale freudiane, che considerano il pudore come qualcosa di artificiale e costruito, determinato dalla cultura.
Si devono tenere in considerazione sia l'uno che l'altro, anche se l'influenza del secondo sul primo è molto forte.
E' necessario che la sociologia inetrvenga per ristabilire  un equilibrio fra i due aspetti o che per lo meno contribuisca ad allargare i confini di quello che è oggi il senso del pudore comune, la morale pubblica. Solo in tal senso può emergere una politica sociale volta all'educazione sessuale in senso pieno, non vincolata da false paure.
Quindi, si deduce che l'educazione sessuale è un'educazione complessa, legata sia alla cultura e alla società sia alla dimensione piena della sessualità: aspetto biologico, riproduzione e piacere, e aspetto relazionale, alterità e comunicazione.
E' necessario un sistema di educazione sessuale  che tenga conto sia delle differenze fra maschi e femmne in senso sessuale e biologico sia delle diversità fra maschile e femminile a livello di genere, di costruzione sociale dell'identità sessuale.
Entrando poi nella concretezza dell'educazione sessuale, bisogna innanzitutto capire chi si debba occupare di tale educazione.
La famiglia è il primo soggetto che si occupa della socialità primaria, dunque anche quello che meglio può contribuire ad un'educazione personalizzata ed efficace. Il ruolo della famiglia, oggi, è quasi assente: su questo tema i genitori vedono i figli avvolti da una patina di verginità.
Il secondo soggetto, molto importante, a cui compete la socialità primaria è la scuola, quindi gli insegnanti. Nelle scuole non è prevista l'educazione sessuale come materia obbligatoria, ma gli istituti possono scegliere autonomamente se inserire nei loro programmi di studio dei moduli a parte su tale tema (generalmente i temi riguardano la prevenzione).
Infine, i mass media, che sono i grandi mezzi di comunicazione e socializzazione attuali, hanno come primo interesse l'audience, piuttosto che la formazione e l'educazione dei loro fruitori.
oggi si sottovaluta la responsabilità di una cattiva o una mancata educazione sessuale.
Il compito della sociologia è, dunque, quello di coinvolgere tutti gli attori che possono in qualche modo contribuire ad una cultura sessuale, non solo rivolta ai giovani, ma agli esseri umani di ogni età, tenendo sempre presente la differenza di genere e la dimensione piena della sessualità.

Tratto da LA SPENDIBILITÀ DEL SAPERE SOCIOLOGICO di Angela Tiano
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