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Gli attuali contributi alla gestione del rischio e la prospettiva sociologica


Le attuali politiche di risk management trovano un loro presupposto teorico nel paradigma della qualità, intesa come un'opzione culturale per l'evoluzione dei meccanismi organizzativi, delle modalità operative, delle tecnologie e delle attività mediante la promozione e la disponibilità di tutti gli operatori.
Le politiche per la gestione dei rischi si concretizzano generalmente nei seguenti passi:
-     identificare i principali rischi dell'azienda. L'identificazione dei rischi, generalmente, è affidata a: analisi della documentazione disponibile; analisi dell'organizzazione aziendale e dei rapporti con i terzi; analisi della statistica sui sinistri; analisi delle assicurazioni
-     valutare i rischi identificati dal punto di vista della frequenza e della gravità. I rischi che si temono maggiormente sono da imputarsi ad eventi avversi o negativi, che si possono identificare con: errori, intesi come accadimento di un risultato prefissato; quasi errori, da intendersi come situazioni in cui per un caso fortuito l'azione non si è trasformata in errore; violazioni, intese come mancato rispetto delle procedure; incidenti organizzativi, eventi infausti la cui imputazione è da attribuirsi non al singolo professionista, ma alle modalità organizzative.
-     gestire i rischi attraverso azioni di prevenzione e protezione. In questo ambito, le azioni di miglioramento sono finalizzate a: revisioni dei sistemi di sicurezza; elaborazione dei piani di emergenza; elaborazione dei piani di comunicazione delle situazioni di crisi; creazione di un sistema di gestione della qualità; formazione del personale; verifica nel tempo delle procedure e delle azioni intraprese.
-     finanziare i rischi attraverso: l'autoassicurazione, il trasferimento del mercato assicurativo, ricorso al mercato dei capitali.
Colle individua il risk management come un sistema che permette di riconoscere:
-     gli eventi che possono portare in futuro a conseguenza sfortunate o dannose;
-     la severità di tali conseguenze;
-     come possono essere controllate.
Del Vecchio, nell'esplicitare le modalità di gestione del risk management, propone anche l'individuazione del livello di probabilità con cui il rischio stesso può manifestarsi.
La gestione del risk management nella sanità è individuabile come parte integrante delle più ampie politiche per la qualità. Un ambiente organizzato è un ambiente dove l'errore può essere previsto e prevenuto; e per converso: laddove si possa prevedere e arginare il margine di rischio è possibile ottenere un ambiente qualitativamente adeguato.
La qualità è anche un fattore culturale. Manca però una riflessione su come si possa coltivare un'etica della qualità. Si parla di cultura della qualità unita al concetto di motivazione. Sembra che quella “motivazione” che dovrebbe legare le persone all'azienda emerga naturalmente grazie alla comunicazione. Non è possibile alimentare la motivazione delle persone semplicemente affermando ciò, ma questo può divenire parte integrante del vissuto personale a patto che diventi una componente nella creazione della propria identità e della propria rappresentazione di sé, sia come professionisti che come membri di un'organizzazione. E la creazione dell'identità investe tutta la persona, non solo il suo lato professionale.
Le politiche per la qualità totale nascono in Giappone, in un paese, cioè, dove la cultura e l'identificazione con la comunità erano parte integrante della creazione dell'individuo, prima ancora che l'azienda stessa divenisse la “comunità” con la quale identificarsi.
Per ottenere qualità occorre rivolgersi all'interno con la stessa accortezza e considerazione che di solito viene riservata al cliente esterno.
Sotto il concetto di “attenzione alla persona”, nella visione economicista l'obiettivo è di ridurre le spese derivanti dagli errori, mentre nel caso della prospettiva sociologica, lo stesso termine significa “dare valore al vissuto individuale” sia del professionista che del cittadino e nel promuovere questo incontro e migliorarlo, la conseguenza sarà il miglioramento della qualità del servizio.
Nel caso di un ospedale la qualità da perseguire è quindi di tipo sociale. Un medico non può accostarsi ad un paziente avendo in testa un obiettivo di tipo economico, perchè allora viene meno l'autentico interesse al paziente.
In cosa dovrebbe consistere l'atteggiamento ottimale, che potrebbe essere oggetto di trasformazione anche a livello di informazione?
Secondo l'autore, adottando una prospettiva di governance sanitaria che punti alla co-produzione simbolica e operativa del processo di cura, in grado di coinvolgere a più livelli diverse figure professionali e i cittadini, dovrebbe puntare sul rispetto e perseguimento di una modalità operativa che dia ad ogni figura il giusto valore e le consenta di perseguire le proprie finalità.
Le politiche per la qualità nascono quindi dalla formazione della persona e della sua crescita professionale.

Tratto da MANUALE DI SOCIOLOGIA DELLA SALUTE di Angela Tiano
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