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Le origini del miracolo economico italiano

 Le origini del miracolo economico italiano


Come avvenne che l'Italia, invece di giocare un ruolo secondario in questo periodo di espansione, ne divenne uno dei protagonisti? Di primaria importanza fu sicuramente la fine del tradizionale protezionismo economico che mise il paese in prima linea nell'espansione e nell'integrazione economica del mercato comune europeo. La Spagna, bloccata ancora dai legacci del protezionismo franchista, non fu toccata, di contro, da questo boom.
Molti industriali guardarono con ingiustificato timore a questa apertura al mercato concorrenziale europeo ma presto si resero conto che ormai l'industria italiana aveva raggiunto un sufficiente livello di sviluppo economico tale da renderla capace di reagire alle sfide del nuovo Mercato Comune. Del resto molte aree industriali si erano già ampliate prima del miracolo economico, prima di tutte la Fiat. Il Piano Marshall, inoltre, aprì nuovi orizzonti a parecchie aziende italiane, grazie all'afflusso di macchinari e del know how più recente.
Il crollo del protezionismo, dunque, costrinse le industrie italiane a combattere, rimodernandosi, premiando chi si era mosso prima e meglio. Non si dimentichi, poi, la recente disponibilità di nuove fonti di energia come il metano e gli idrocarburi che la ENI di Mattei scovò in Val Padana.
L'evoluzione dell'industria dell'acciaio sotto l'egida dell'IRI riuscì a fornire poi alle aziende italiane buon acciaio a prezzi inferiori. Lo Stato non pianificò questa grande espansione economica ma non sarebbe giusto nemmeno affermare che non fece nulla per facilitarlo: le nuove autostrade, la stabilità monetaria, la mancanza di controllo fiscale sul mondo degli affari furono tutti elementi che contribuirono a creare le condizioni per l'accumulo di capitale e il conseguente reinvestimento nell'industria.
Infine, il boom non sarebbe spiegabile senza il basso costo del lavoro. Gli alti livelli di disoccupazione degli anni '50 crearono una domanda di lavoro enormemente eccedente l'offerta, con prevedibili conseguenze sull'abbattimento dei salari. Con un costo del lavoro così basso, le imprese italiane si presentarono in modo estremamente competitivo sui mercati internazionali.

Tratto da STORIA CONTEMPORANEA di Gherardo Fabretti
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