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Gli studi sulla musicologia

Gli studi sulla musicologia


Di recente, gli studi musicologici si sono inoltre allargati ad aree extra-antropologiche, nella convinzione (sostenuta da un numero sempre maggiore di studiosi) che la musica sia un fenomeno "transpecifico" (proprio cioè anche delle altre specie e non solo dell'uomo), con forte matrice biologica, non solo culturale. Espressioni di questa tendenza teorica sono la biomusicologia, e soprattutto la zoomusicologia. Il problema dell'origine della musica e dei suoni appassionò studiosi di varie discipline nella seconda metà del XIX secolo e all’inizio del seguente.
Furono sviluppate due principali teorie, che vedevano rispettivamente l'origine della musica nella melodia oppure nel ritmo.
- "Teoria biologica" di Herbert Spencer: la musica deriverebbe dal linguaggio parlato. Le variazioni di intensità e di altezza sono gli effetti fisiologici delle variazioni dei sentimenti; il canto ha avuto origine dal parlare su toni di voce acuti.
- "Teoria adattativa" di Charles Darwin: in relazione alla sua teoria dell’evoluzione e della selezione naturale delle specie viventi, l'origine della musica viene vista come il risultato dei processi di seduzione tra i due sessi. Il canto dell’uomo è imitazione dei gridi degli animali, soprattutto degli uccelli, in particolare nella stagione degli amori.
- "Teoria psicologica" di Carl Stumpf: sulla base di fonogrammi registrati presso popoli primitivi, la musica sarebbe nata dalla necessità di produrre dei “segnali” con la voce. Dai segnali ebbero origine suoni di diversa altezza emessi simultaneamente o successivamente e quindi si definirono intervalli, determinati e trasponibili. Si rifà alle tesi di Jean-Jaques Rousseau.
- "Teoria del ritmo" di Karl Bucher e Richard Wallaschek: sostennero che l’origine dei fatti musicali è nel ritmo che accompagna i movimenti delle attività collettive di lavoro presso le comunità tribali.
Queste teorie erano tutte basate sul presupposto che l’origine della musica fosse un processo unico ed uguale. Più tardi si ritenne invece impossibile che una realtà ricca e varia quale è la musica possa aver avuto origini monogenetiche. Nelle ricerche successive, pur nell'obiettiva incertezza, si è quindi cercato di determinare un'origine "assoluta" della musica, indipendente da questa o quella civiltà: un'origine della musica in sostanza "naturale", che ubbidisca a leggi naturali.
Passi avanti furono compiuti da studiosi come Curt Sachs ed altri, che si avvalsero della registrazione delle musiche e dei canti di molti popoli primitivi appartenenti a differenti aree tecniche. Lo studio dei fonogrammi e la loro comparazione ha consentito di formulare alcuni principi della musicologia comparata. Prevale la convinzione che non sia possibile individuare i momenti precisi nei quali sia nata la musica e che lo studio si debba rivolgere alla musica dei popoli primitivi più arretrati.

Tratto da STORIA DELLA MUSICA di Gherardo Fabretti
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