La scena dal punto di vista spaziale - Wolfflin -
Questa polarità riguarda il modo di organizzare la scena dal punto di vista spaziale: da un lato si ha la concatenazione degli elementi lungo piani ordinatamente disposti, dall’altro una libera dislocazione nello spazio. Scrive Wolfflin: “Là un desiderio di superficie, che riduce il quadro a una successione di strati paralleli alla linea esterna alla scena; qui invece la tendenza a sottrarre all’occhio la superficie, a svalutarla e a renderla quasi invisibile, accentuando i rapporti spaziali in ogni direzione, e costringendo l’osservatore a impostare la visione nel senso della profondità”.
Questa polarità riguarda essenzialmente la distribuzione degli elementi sul piano e la forma globale che, di conseguenza, assume l’immagine (il termine ‘forma’ va qui inteso come sinonimo di ‘composizione’). Si avrà una forma chiusa quando gli elementi si distribuiscono sul piano secondo un preciso ordine, più o meno definito su base geometrica (per esempio, quando le figure si dispongono simmetricamente rispetto all’asse verticale o quando seguono il perimetro del dipinto); si avrà una forma aperta quando la disposizione degli elementi esula da un qualsiasi ordine geometrico, negando intenzionalmente la struttura del piano e il suo perimetro. Nel primo caso siamo in presenza di “una figurazione che, con mezzi più o meno tettonici, riduce il quadro a un’immagine ben circoscritta, che in ogni sua parte si richiama a se stessa, mentre, viceversa, lo stile della forma aperta tende in ogni parte a superare se stesso e vuole apparire illimitato.”
L’alternativa espressa dai termini molteplicità/unità riguarda il rapporto tra gli elementi che formano la composizione: nel primo caso vige un principio di ‘coordinazione’, secondo il quale la composizione consiste nel mettere in relazione elementi che godono, ciascuno, di una propria autonomia (cioè di una forma, un colore ‘locale’, un chiaroscuro suoi propri); nel secondo caso, invece, vige il principio della ‘subordinazione’ di tutti gli elementi ad un motivo unitario (per esempio: nel repertorio dei colori prevale una tonalità dominante; le forme esprimono un movimento unidirezionale, il chiaroscuro è subordinato ad un solo effetto di luce, etc.) La composizione basata sul principio della molteplicità consiste dunque “in un complesso articolato in cui ogni parte ha il suo rilievo ed è intelligibile per conto suo, pur dandosi a conoscere, nella sua dipendenza dall’insieme, come membro di un organismo”. Nella composizione basata sul principio dell’unità, invece, “i singoli elementi dell’organismo formale […] non operano più attivamente nel quadro; ma nel tutto, raccolto in un suo ritmo unitario, spiccano alcune forme indiscutibilmente predominanti, in maniera però da non rappresentare un elemento scindibile dagli altri, che possa cioè essere separato dall’insieme.”Questa polarità riguarda il rapporto tra il dipinto e la scena rappresentata, sia sotto il profilo descrittivo che narrativo. Uno stile votato alla ‘chiarezza assoluta’, come quello del Rinascimento, comporta una rappresentazione quanto più possibile esauriente e compiuta: le forme sono descritte con chiarezza e gli eventi narrati con quanta più completezza possibile. Quando prevale invece la ‘chiarezza relativa’, come nella pittura barocca, si tende ad una rappresentazione parziale, transitoria: “Il barocco – scrive W`lfflin - non vuol dire tutto, se qualcosa può essere indovinato. Di più: la bellezza non coincide più con la forma chiara e pienamente visibile, ma passa a quelle forme che hanno in sé qualcosa d’inafferrabile e che sembrano volere sfuggire ogni volta all’osservatore. L’interesse per la forma ben modellata cede il passo all’interesse che suscita l’apparizione non ben definita e in movimento […]; si cerca la potenza espressiva nell’apparizione casuale, fuggevole.”
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
[Visita la sua tesi: "Profezie inascoltate: il "Golia" di Giuseppe Antonio Borgese"]
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Storia della critica d'arte
- Docente: Valter Pinto
- Titolo del libro: La critica d'arte del Novecento
- Autore del libro: Gianni Carlo Sciolla
- Editore: Utet
- Anno pubblicazione: 2006
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