Diagnosi, prognosie e comorbidità delle Paralisi cerebrali infantili
Diagnosi, prognosie e comorbidità delle Paralisi cerebrali infantili
La diagnosi migliore viene effettuata con la RISONANZA MAGNETICA NUCLEARE,che permette una precisa evidenziazione del danno, ma dati i lunghi tempi e la poca collaborazione dei pazienti costringe ad una sedazione o anestesia generale; dunque spesso viene utilizzata la TOMOGRAFIA COMPUTERIZZATA che richiede tempi più brevi consentendo di evitare l’anestesia,ma ci offre una visualizzazione del cervello meno dettagliata.
Una diagnosi precoce è fondamentale ai fini di un efficace intervento riabilitativo.
Tra gli accertamenti di routine nelle PCI ricordiamo: l’EEG, i POTENZIALI EVOCATI VISIVI, e le varie CONSULENZE(ODONTOIATRICHE, ORTOPEDICHE, OCULISTICHE,ECC);
il paziente deve essere poi sottoposto ad una VALUTAZIONE NEUROPSICOMOTORIA che deve essere ripetuta periodicamente per verificare il raggiungimento degli obiettivi a breve,medio e lungo termine prefissati;
importante è anche la VALUTAZIONE INTELLETTIVA, che pone delle difficoltà perché le risposte ai test richiedono abilità motorie che nelle Pci sono compromesse,ma per la fascia d’età 0-24 mesi su usa la scala Hunt poco influenzata dalla disabilità motoria, per i bambini più grandi possono essere utilizzati test intellettivi che permettono di rispondere grazie a sguardi o gesti.
PROGNOSI DELLE PCI
Oggi la deambulazione autonoma è raggiunta da tutti i pazienti PARAPLEGICI e in oltre il 50% dei TETRAPLEGICI, le deformità vengono prevenute con esercizi di stretching,le vere e proprie immobilizzazioni articolatorie cono ormai sporadiche eccezioni;
dunque la prognosi motoria resta migliore nei PARAPLEGICI, poi negli EMIPLEGICI ed infine nei TETRAPLEGICI, le FORME EXTRPIRAMIDALI hanno la prognosi motoria peggiore perché difficilmente raggiungono il controllo del tronco, la deambulazione e il linguaggio comprensibile.
Il ritardo mentale è minimo nei PARAPLEGICI e nelle forme EXTRAPIRAMIDALI e maggiore nelle TETRAPARESi.
L’epilessia è più frequente nelle TETRAPARESI e nelle EMIPARESi.
COMORBITA’DELLE PCI
-deformità dello scheletro: a causa dell’anomalo carico sulla colonna e sugli arti inferiori; i muscoli non vengono mai stirati per l’azione dell’antagonista e finiscono per rimanere retratti,si accorciano e perdono elasticità;
-problemi di alimentazione: interessa i muscoli della masticazione e della deglutizione;
-problemi trofici e dell’accrescimento: asimmetrie di lunghezza negli emiplegici; in caso si difficoltà di alimentazione, i bambini ipomobili col tempo tendono all’obesità e la loro dieta dovrebbe esse ipocalorica, i bambini soggetti a movimento involontari o in riabilitazione vanno incontro ad un surplus di esercizio fisico quindi dovrebbero seguire una dieta ipercalorica;
-problemi odontoiatrici: i bambini che non masticano hanno le gengive che tendono ad accrescersi fino a coprire il contorno denti;
-problemi gastrointestinali: stipsi per bambini che non masticano,che hanno problemi di deglutizione e ipomobili;
-problemi psicologici: l’autostima è compromessa; nei casi meno gravi è probabile il disadattamento, in quelli più gravi l’isolamento; l’impossibilità di esprimere fisicamente o verbalmente la rabbia può tradursi in comportamenti autoaggressivi.
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Dettagli appunto:
- Autore: Anna Battista
- Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
- Facoltà: Psicologia
- Esame: Neuroscienze cognitive e riabilitazione psicologica
- Docente: Guidetti Vincenzo
- Titolo del libro: Manuali di Neuropsichiatria Infantile Vol I e Vol II
- Autore del libro: Vincenzo Guidetti e Federica Galli (a cura di)
- Editore: Il Mulino editore, Bologna
- Anno pubblicazione: 2005
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