Skip to content

Uso congiunto di SVAM E AIMIT


L’uso congiunto dei due sistemi (SVaM e AIMIT) ha fornito dati sul fatto che esista uno stretto rapporto tra assetto motivazionale interpersonale e funzioni metacognitive prevalenti.
Attenzione e cautela merita l’analisi delle transizioni (Tr) da un sistema motivazionale all’altro; le transizioni possono essere armoniche quando le intenzioni del locutore sono facilmente intellegibili o disarmoniche quando le intenzioni del locutore sono caotiche rendendo difficile l’assegnazione da parte del codificatore dei codici degli SMI.
I momenti di difficoltà, impasse o rottura dell’alleanza sono fasi inevitabili nel processo terapeutico: il superamento di queste fasi è alla base di importanti ristrutturazioni degli schemi interpersonali del paziente.
Lo studio dell’andamento della fase di stallo terapeutico è stato condotto attraverso l’analisi di 3 dimensioni:
1) la motivazione interpersonale, indagata attraverso l’AIMIT;
2) il funzionamento metacognitivo, indagato attraverso la SVaM;
3) e il coordinamento intersoggettivo tra paziente e terapeuta rispetto al raggiungimento degli obiettivi terapeutici; ricerche a proposito hanno portato alla formulazione della Control-Mastery Theory (CMT), secondo la quale gli esseri umani hanno una disposizione innata a comprendere la realtà e ad adattarsi ad essa; tale disposizione opera sin dall’infanzia sotto forma di piani inconsci che orientano il comportamento, i pensieri e gli affetti verso il raggiungimento di mete adattive. Se l’ambiente interpersonale ostacola la spinta adattiva del piano, il soggetto sviluppa convinzioni su di sé e su gli altri patogene, nel senso che ostacolano il raggiungimento di mete adattive, poiché considerate inconsciamente troppo pericolose; nel corso della terapia, il paziente testa queste credenze patogene, per recuperare gli ostacoli che impediscono il pieno raggiungimento delle mete adattive.
Secondo la CMT, l’obiettivo terapeutico è individuare e superare le credenze patogene in modo da facilitare la spinta adattiva del piano del paziente, volto a migliorare il controllo e la padronanza degli stati mentali all’interno del contesto interpersonale; ciò si verifica attraverso interventi “pro-plan” che consentono di superare il test, diminuendo l’ansia (maggiore sicurezza interpersonale) e migliorando l’insight e interventi “anti-plan” che hanno come conseguenza un aumento dell’ansia e un brusco decremento delle capacità autoriflessive del paziente con conseguente stallo terapeutico e perdita della concordanza intersoggettiva.
Dato che l’AIMIT si applica a tutti i trascritti, un primo problema è rappresentato dal fatto che viene persa tutta l’informazione derivante dalla comunicazione non verbale; un secondo aspetto riguarda la presenza di strumenti di registrazione che possono, direttamente o indirettamente, influenzare ciò che accade nel corso della terapia; un altro tema importante riguarda l’effettiva applicabilità degli indicatori di codifica del manuale e soprattutto il fatto che queste siano indipendenti dalle caratteristiche del paziente, del terapeuta e dell’osservatore/giudice.

Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.