La poetica dell'esistenza negli scritti di Bufalino
A partire da allora, tutti gli articoli raccolti negli anni da Bufalino si susseguono parlando solo del suo incurabile vizio della lettura: si definisce un compassionevole Casanova bibliomane. E poi articoli sulla sua insonnia, borgesiana e proustiana terra di confine con la memoria; articoli sulla sua passione per gli scacchi, sui romanzi gialli, sul buio e la luce, metafora della propria poetica e della propria visione dell'esistenza. Qualsiasi realtà viene ricondotta da Bufalino all'hortus conclusus di un'esistenza scritta, fatta di letteratura: così anche Gelli e Moro, ucciso quest'ultimo per la sua ostinazione verso il congiuntivo. La letterarietà impregna di sé ogni fatto contingente, e questo non solo come trovata accattivante di un brillante elzevirista ma per la radicata convinzione che la letteratura abbia una marcia in più rispetto al reale, che spesso ha degradato le grandi icone della letteratura, come Faust, Amleto, Goethe, Don Quijote e Don Giovanni.
Tra la prosaica realtà e la menzogna letteraria, Bufalino sceglie sempre la seconda e ad avvalorare la drastica commistione tra realtà e finzione, ribadisce di avere vissuto i minuti soltanto quasi per ricordarli, per alimentare quella bestia infida che è la memoria, perché solo il racconto riesce ad addomesticarla. Persino la morte reale viene a coincidere con quella letteraria.
Quando parla di letteratura, l'oggetto di riflessione è rappresentato solo fittiziamente da personaggi, opere o autori; in realtà ciò che interessa Bufalino è il suo essere proprio, sé stesso e quei soggetti, quelle trame, hanno senso solo nella misura in cui gli permettono di parlare di sé. Gli offrono spunti per parlare di sé: Borges, Proust, Baudelaire, Flaubert e Accetto. Unica eccezione, Sciascia, con egli si confronterà (cfr. posizioni sull'intellettuale, mafia e Manzoni e la Storia della colonna infame) e nell'affrontare il discorso mafioso aprirà pure spiragli di evoluzione sociale.
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Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
[Visita la sua tesi: "Profezie inascoltate: il "Golia" di Giuseppe Antonio Borgese"]
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Letteratura italiana moderna e contemporanea
- Docente: Maria Caterina Paino
- Titolo del libro: Dicerie dell'autore
- Autore del libro: Maria Caterina Paino
- Editore: Olschki
- Anno pubblicazione: 2010
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