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La condizione dell'essere di Calende Greche - Bufalino -

La condizione dell'essere di Calende Greche - Bufalino -


Su questa linea, la ricerca di Bufalino, dopo le Menzogne, viene puntualmente e sempre più autarchicamente condotta nell'ambito del fittizio e familiare universo letterario, nelle consapevolezza di come quegli scritti rappresentino la storia stessa della sua vocazione alla letteratura, un'incarnazione della sua anima. In tale ottica rientra, ad esempio, Calende greche, una integrale immagine di sé da scandagliare e investigare, interrogandosi intorno all'oscura e contraddittoria condizione dell'essere. L'essere appartiene a pieno titolo alla sfera dell'imperscrutabile, di ciò che avrebbe potuto realizzarsi così come avrebbe potuto non farlo mai, e che comunque dà luogo ad un'esistenza – rifugio per molti versi speculare al riparo – ghetto offerto dalla creazione letteraria. Solo all'interno dei confini del libri lo scrittore può essere in qualche modo proprietario del tempo (“una scheggia di infinito”), dal momento che al di fuori di esso, pur arrovellandosi sulle categorie dello spazio e del tempo “coi più ottusi bisturi del raziocinio”, il soggetto non può che concluderne che al possesso fisico di una fetta di spazio non corrisponde un uguale dominio sul tempo. Crono è un pauroso padrone che tuttavia la scrittura narrativa riesce a ingabbiare, a maggior ragione tra le flessibili sbarre di un romanzo dilatabile  a piacere secondo un progetto di incompiutezza infinita. Il Tempo viene a coincidere con il tempo dell'io e con il tempo del libro, che non a caso nelle sue ultime parole racchiude ancora una volta l'evento stesso della morte.  Il mistero dell'esistenza è in qualche modo riassorbito in quello della scrittura, e risulta pertanto particolarmente significativo come il motivo dell'enigma riaffiori con evidenza nel romanzo proprio in occasione del racconto della malattia, spettro proveniente dall'esterno, dolorosamente subìto e incontrollabile persno da parte del demiurgo letterario, una divinità dimidiata che assembla a piacere parole, destini e personaggi.

Tratto da LETTERATURA ITALIANA MODERNA E CONTEMPORANEA di Gherardo Fabretti
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