La mafia nella gerarchia sociale
Le prime figure para mafiose
Ecco allora comparire figure curiose:
- le compagnie d'armi, che fungendo da milizia pseudopubblica, non perseguivano tanto i criminali quanto recuperavano i beni rubati nel loro circondario attraverso una trattativa con i ladri. Una mediazione del genere la dice lunga sul livello di corruzione che si instaurava tra compagno d'armi, ladro e vittima. Una convergenza di interessi fra ceti possidenti e delinquenza che dopo il 1860 inizierà a chiamarsi diffusamente mafia.
- i campieri avevano la precis funzione di mantenere l'ordine nelle campagne. Erano una vera e propria forza militare, formata da ex banditi, che intimidivano i ladri con i loro stessi argomenti. A volte si accordavano con essi nella logica del buon vicinato.
- le unioni o fratellanze, che regolamentavano le componende, cioè le trattative per la composizione amichevole, soprattutto degli abigeati. I mediatori in questo caso erano membri del notabilato locale (anche ecclesiastici) che rappresentano, a tutti gli effetti, la sezione più alta di questa fascia sociale che è media soprattutto perché mediatrice.
Queste figure si incuneano nella gerarchia sociale, stabiliscono un legame doppio, verso l'alto e verso il basso, che ha già per intero le caratteristiche della garanzia – intimidazione verso l'aristocrazia e della protezione – estorsione verso i ceti inferiori. In questo senso può ben dirsi che la mafia, lungi dal potersi considerare un patologico residuo del sistema feudale, si presenta in realtà come il frutto della strategia di accumulazione e di prelievo di una borghesia abortita.
Nelle vicende mafiose svolgono poi una parte non secondaria i suoi annodamenti con la storia politica risorgimentale. Il nesso va cercato nella capacità dei gruppi mediatori di agganciarsi al conflitto politico, individuandovi di volta in volta le valenze che permettono ai temi della grande politica di farsi concreto veicolo ideologico degli interessi e delle strategie locali.
Questi gruppi sono fortemente legati all'aristocrazia liberale e questo legame spiega un duplice paradosso, apparente:
- il crescere di queste forze sociali reticolari sotto il segno rivoluzionario e antiborbonico
- il carattere affine della mafia coi modelli e i riti della massoneria
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
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- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Storia della pedagogia
- Docente: Antonia Criscenti
- Titolo del libro: Socializzazione mafiosa e responsabilit educativa
- Autore del libro: Antonia Criscenti
- Editore: Cuecm
- Anno pubblicazione: 1999
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