La concezione della storia secondo gli scrittori dell'Ottocento
Nella metà del XIX secolo, gli intellettuali dimostrano una sempre maggiore sfiducia nelle possibilità di descrivere le dinamiche della storia in modo razionale e ottimistico. Questa sfiducia si esprime in immagini di decadenza e rovina, come nella Parigi dei Fleurs du Mal di Baudelaire. La capitale francese, rinnovata dal piano di Hassman, presenta tutti i caratteri del vecchio e dello squallore.
D'altra parte, già nella scrittura realistica di narratori dell'Ottocento, la storia si mostra con le stigmate del declino. Per Dickens la storia non ha un fine ed è solo un cumulo di rovine e di polvere abbandonate al cielo, una concezione della storia presente nella Ginestra di Leopardi.
I sensi si scambiano le funzioni e o le esercitano contemporaneamente (sinestesia). Il principio di realtà, fondato sull'oggettività delle cose, è sospeso. Il mondo diviene il regno dell'indicibile.
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Dettagli appunto:
- Autore: Domenico Valenza
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Corso: Lettere
- Esame: Letterature comparate
- Titolo del libro: Letteratura comparata
- Autore del libro: Nicola Gardini
- Editore: Mondadori Università, Milano
- Anno pubblicazione: 2002
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