Gli autori romantici

Nato in Germania e in Inghilterra, il romanticismo si propaga in Europa, toccando Francia, Italia,  Spagna e Portogallo. Gli autori più influenti sono Goethe, Schiller, Scott e Byron. Anche la Russia ha un suo romanticismo, con Puskin e Lermontov, che darà al russo dignità di lingua letteraria.
Anche in Italia, con Manzoni il romanticismo favorisce il rinnovamento della lingua letteraria.

Ai nomi citati va aggiunto il precussore Rousseau, il cui illuminismo, puntato sull'indagine dell'individuo, della sensibilità e dell'immaginazione, ha aperto la strada al romanticismo. Con Rousseau l'individuo si rivela un insieme di elementi eterogenei: l'incoerenza è lo statuto dell'io. L'incoerenza era già propria dell'io petrarchesco; in Petrarca però tale contraddizione nasceva dallo scontro tra terra e cielo, carne e spirito. Rousseau sposta quella contraddizione nel conflitto tra impulsi.

I romantici delegittimano ogni conservatorismo. Al passato i romantici guardano non per fede nella perennità dell'antico, come i cultori del classicismo, ma per nostalgia di un'opinione incontaminata. Una simile ricerca di verginità letteraria ed etnica porta alcuni autori (Goethe, Chateaubriand, Byron) ad appassionarsi a culture lontane o pittoresche: l'America del Nord, la Spagna, l'India.

La curiosità degli autori non manca di rivolgersi alla vita letteraria delle nazioni vicine: nascono così sia la storia della letteratura nazionale, sia la letteratura comparata. Non a caso, Giuseppe Mazzini è anche il propugnatore di una letteratura europea, già preconizzata nella letteratura mondiale di Goethe (weltliteratur). In D'una letteratura europea (1829) Mazzini intravede l'aurora d'una letteratura europea: nessuno fra i popoli potrà dirla propria, tutti avranno contribuito a fondarla.