Il pessimismo cosmico di Leopardi
Tra il 1819 e il 1823 questo sistema entra in crisi. Nel 1819 viene meno l'adesione di Leopardi al cattolicesimo, ed abbraccia il sensismo illuministico: le idee dipendono dalle sensazioni e il comportamento umano è diretto all'utile. Leopardi acquisisce così un punto di vista materialistico, ispirato al meccanicismo settecentesco, che preclude agli elementi spirituali ("il corpo è uomo").
La causa dell'infelicità umana è data dal contrasto tra il bisogno dell'individuo di essere felice e le possibilità reali di esserlo. Nasce qui la teoria del piacere. L'uomo aspira naturalmente al piacere. Ma il piacere desiderato è sempre superiore al piacere conseguibile.
Queste riflessioni comportano una ridefinizione del concetto stesso di natura. Ora la responsabilità dell'infelicità umana ricade per intero sulla natura, che determina la tendenza umana al piacere, senza poi poter soddisfare tale bisogno. La causa dell'infelicità non è più storica, ma esistenziale: si parla perciò, per questa seconda fase, di pessimismo cosmico.
Ancora, la posizione sulla civiltà è ora ambivalente. Da una parte, con la civiltà, l'uomo smaschera la propria condizione, recuperando almeno, se non la felicità, almeno la dignità della coscienza. D'altra parte essa, sottraendo l'uomo alle illusioni, lo ha reso egoista. La società moderna è una lotta di tutti contro tutti che Leopardi presenta nei termini di Hobbes e Machiavelli.
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Dettagli appunto:
- Autore: Domenico Valenza
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Corso: Lettere
- Esame: Letteratura italiana
- Titolo del libro: La scrittura e l'interpretazione: storia e antologia della letteratura italiana nel quadro della civilta europea, Volumi 1-5
- Autore del libro: Luperini Romano, Cataldi Pietro, Marchiani Lidia
- Editore: Palumbo, Palermo
- Anno pubblicazione: 1998
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