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L'intenzione d'autore e la sua "non premeditazione"


Intenzione non è premeditazione.

La tesi intenzionalista si fonda su una concezione semplicistica dell'intenzione. Tentare di dire qualcosa, volere dire qualcosa, dire qualcosa intenzionalmente, non vuol dire premeditare di dire qualcosa, dire qualcosa con premeditazione. I dettagli della poesia non sono progettati, non più di quanto lo siano tutti i gesti del camminare a piedi, e il poeta non pensa, mentre scrive,alle implicazioni delle parole: non ne consegue però che i dettagli non siano intenzionali, né che il poeta non abbia voluto esprimere i sensi associati alle parole che usa. L'intenzione non si limita a ciò che un autore si è posto di scrivere e neanche alle motivazioni che hanno potuto spingerlo a scrivere, né alla coerenza testuale di un'opera. L'intenzione è quello che egli voleva dire con le parole che ha usato. L'intenzione di un autore che ha scritto un'opera è logicamente equivalente a quello che egli voleva dire tramite gli enunciati costitutivi del testo. E il suo progetto, le sue motivazioni, la coerenza del testo in vista di un'interpretazione data sono, in fin dei conti, indici di quella intenzione.
Non c'è dunque ragione di distinguere tra intenzione d'autore e senso delle parole, perchè l'intenzione non è il disegno ma il senso realizzato.

Tratto da TEORIA DELLA LETTERATURA di Gherardo Fabretti
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