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Il concetto di scrittore


È scrittore colui per il quale il linguaggio costituisce un problema, che ne sperimenta la profonditò, non la strumentalità o la bellezza. A partire da questo momento la letteratura è irriducibile ad una intenzione, e l'autore viene estromesso. Recuperando, per criticarli, l'orizzonte giuridico del concetto di intenzione e il privilegio che l'ermeneutica filologica accordava alla prima ricezione. Ad essi oppone l'opera come mito, privata di firma dalla morte: l'autore, l'opera non sono che il punto di partenza di una analisi il cui orizzonte è un linguaggio”. Barthes radicalizza la posizione di Gadamer, che presentava ancora la comprensione come una fusione di orizzonti tra presente e passato, sancendo una cesura definitiva tra opera e origine di essa. Dice Barthes “l'opera è per noi priva di contingenza, sottratta ad ogni situazione, proprio per questo l'opera si offre all'esplorazione”. Il testo è praticamente prigioniero della ricezione qui e ora.
Questa posizione di relativismo dogmatico sarà poi esasperata da Stanely Fish, che nel suo C'è un testo in questa classe?, sosterrà che un testo ha tanti significati quanti lettori e che non esisono criteri per stabilire la validità o la non validità di una interpretazione. Da questo momento il lettore si è sostituito all'autore come criterio di interpretazione.

Tratto da TEORIA DELLA LETTERATURA di Gherardo Fabretti
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