L'attentato contro Frinico
Accadde che Frinico subisse un attentato. Quando arrivò la flotta del Peloponneso, gli Ateniesi furono travolti e inseguiti verso la costa (cap.95).
Seguì subito dopo la rivolta dell’intera Eubea (cap.95).
A questo punto la situazione era davvero tragica per gli Ateniesi, tanto che, secondo Tucidide, neppure il disastro in Sicilia, benché apparso irrimediabile a suo tempo, né poi in seguito altro infortunio li avvilì allo stesso segno (cap.96).
Ma ancora una volta, gli Spartani non approfittano di questa situazione a loro favorevole, tanto che Tucidide li giudica come “i nemici più utili” che Atene avesse mai avuto: infatti, non fu questa l’unica circostanza in cui gli Spartani fecero la più gran fortuna degli Ateniesi, con il loro stile di condurre la guerra (molto prudente, esitante ⇒ inevitabilmente incapace di sfruttare le buone occasioni): se ne aggiunsero molte altre di occasioni. Per la diversità netta di temperamento – vivi da una parte, torpidi dall’altra; intraprendenti questi, indecisi quelli (è la stessa descrizione fatta dai Corinzi nel Libro I, cap.70) – risultava cospicuo il vantaggio concesso agli Ateniesi, specie nella supremazia sui mari. Lo testimoniò chiaro Siracusa, che per la somiglianza profonda di carattere si batté contro Atene con migliore efficacia (cap.96) ⇒ Siracusa era più pericolosa per Atene, perché la combatteva con le stesse armi, con lo stesso temperamento, perché avevano lo stesso carattere nazionale degli Ateniesi. Sulla scia di questi eventi (crisi del regime interno + sconfitta militare) si verifica un contro-colpo di stato e la parziale restaurazione della democrazia, perché il regime che ne risulta è sicuramente un regime misto, o almeno è così che viene descritto da Tucidide: destituirono i Quattrocento e decisero di affidare la direzione politica ai Cinquemila; in questo periodo iniziale è evidente che gli Ateniesi si avvantaggiarono del regime migliore, almeno fino al mio tempo: si trattò di una temperata fusione di istituti oligarchici e democratici, che costituì il primo fattore di ripresa per una città caduta in una posizione realmente critica (cap.97).
Si decretò anche il rimpatrio di Alcibiade e dei suoi compagni d’esilio.
La democrazia verrà completamente restaurata ad Atene nel 410 a.C.
Alla fine, la Persia fornirà aiuti finanziari e navali a Sparta.
In seguito ci sarà la piena restaurazione della democrazia ateniese ⇒ Alcibiade verrà nuovamente esiliato.
Nel 405 a.C. Atene venne definitivamente sconfitta a Egospotami, fino alla capitolazione finale nel 404 a.C.
La narrazione delle vicende belliche successive al periodo con cui si interrompono le Storie è stata fatta da Senofonte, che ha appunto elaborato la continuazione della guerra del Peloponneso.
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