Il dilemma della sicurezza
Snyder parla di dilemma della sicurezza, centrato com’è sulla possibilità di essere lasciati in balìa di un nemico, o di essere intrappolati in una guerra.
Ma osservazioni simili valgono per tutte le alleanze?
Si prenda, ad esempio, il caso opposto: in un’alleanza puramente offensiva non ha molto senso parlare di abbandono e di intrappolamento.
Secondo Cesa, in generale, possiamo osservare che uno Stato tende a ritirare il suo appoggio non solo quando si trova in una posizione nella quale esiste il rischio di essere intrappolato, ma anche quando l’alleato è nella condizione di conseguire vantaggi giudicati eccessivi.
Similmente, alcuni Stati appoggiano decisamente i loro alleati anche quando un loro abbandono appare improbabile.
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Se le alleanze sono in primo luogo strumenti che rendono prevedibile il comportamento altrui, si può sostenere che il dilemma snyderiano è a sua volta una particolare manifestazione della latente lotta per il potere tra alleati, nella quale ognuno tenta di controllare le mosse dell’altro ⇒ il dilemma della sicurezza delle alleanze è logicamente circoscritto all’interno di quello che potrebbe essere chiamato il dilemma del potere delle alleanze = prima ancora di temere di vedersi abbandonato o di rimanere intrappolato, ogni alleato si preoccupa della possibilità che l’altro diventi troppo forte o troppo debole.
Anche in questo caso, i 2 timori sono inversamente correlati ⇒ le misure prese per impedire un esito contribuiscono a produrre l’altro esito.
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− l’abbandono di cui parla Snyder = la possibilità di trovarsi soli di fronte al nemico, perché l’alleato si è defilato;
− l’indebolimento dell’alleato = riguarda quei casi in cui la sua lealtà non è messa in discussione: l’alleato non si tira indietro, ma non è capace di assolvere il suo compito ⇒ è un peso di cui occorre farsi carico;
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