Le difficoltà del realismo e l’interpretazione istituzionalista
Le difficoltà del realismo e l’interpretazione istituzionalista
L’effetto immediato prodotto dall’anarchia, per Waltz, è quello di far sì che ogni Stato sia preoccupato della propria sicurezza.
Ma cos’è la sicurezza?
In prima battuta, essa è garanzia di sopravvivenza ⇒ si manifesta nella dissuasione, o in adeguata difesa, nei confronti di un attacco potenziale o reale.
MA non sembra essere molto serio affermare che gli Stati vivono con il costante timore di essere aggrediti. Non a caso, si è spesso tentati di ampliare il significato del concetto di “sicurezza”, facendolo coincidere con una più generale protezione di quegli obiettivi giudicati più importanti (integrità territoriale – indipendenza politica – benessere economico - …) ⇒ sostenere che le alleanze sono sempre frutto di un’esigenza di sicurezza indotta dal contesto anarchico ha un senso o troppo generico o troppo specifico.
NB: mettere al centro dell’analisi la sicurezza non è sbagliato, ma non basta, poiché l’esigenza di sicurezza, da sola, non è in grado di rendere conto di comportamenti specifici.
Sebbene il termine “alleanza” sia spesso stato usato semplicemente con il significato di “amicizia/partnership operativa”, i giuristi e molti teorici hanno invece insistito nell’usare una definizione più sottile, secondo la quale “alleanza” = trattato che lega 2 o più Stati indipendenti, con il quale essi si aiutano reciprocamente per mezzo delle loro forze armate, in circostanze specificate dall’articolo del trattato che definisce il casus foederis.
Tuttavia, nell’articolo Alliances, 1815-1945: weapons of power and tools of management, P. W. Schroeder afferma che la discussione sulle alleanze non deve limitarsi solo al loro uso politico (= come mezzi di aggregazione del potere, di difesa collettiva, di guerra, di sicurezza, di diplomazia del potere). Non sempre, infatti, le alleanze servono ad incrementare il potere e la sicurezza di una nazione; inoltre, non bisogna dimenticare che spesso gli alleati si scontrano tra di loro piuttosto che collaborare per la causa comune.
Alcuni autori, in effetti, sono andati oltre la dottrina che vede le alleanze come semplici strumenti di potere, dimostrando invece che esse agiscono anche come strumenti di gestione e controllo:
R. A. Falk Afferma che la violenza internazionale è stata contenuta entro certi limiti tollerabili in parte grazie al controllo esercitato dalle Grandi Potenze, soprattutto USA e URSS, sulle piccole potenze, all’interno dei loro sistemi di alleanze.
R. E. Osgood Scrive che la principale funzione delle alleanze è di limitare e controllare gli alleati.
G. Liska Sebbene continui a vedere le alleanze come mezzi di aggregazione delle capacità, egli descrive i loro obiettivi come “sempre limitare l’avversario e, se e quando è desiderabile, anche di limitarsi reciprocamente e limitare lo scopo di un conflitto”.
Secondo Schroeder, la limitata visione delle alleanze come strumenti di aggregazione delle capacità è dovuta, almeno in parte, dal fatto di considerare per dato il concetto di equilibrio di potere. Questo fenomeno, infatti, determina la concezione che si ha delle alleanze.
Inoltre, un altro fattore determinante è il fatto che i teorici si sono concentrati prevalentemente sulla spiegazione della guerra e del conflitto nelle relazioni internazionali ⇒ il vizio di fondo di questa scelta è che, concentrandosi sulla guerra, si sottintende che essa sia una deviazione dalla norma, che richiede dunque una spiegazione, contrariamente al fenomeno della pace.
Secondo Schroeder, invece, è vero l’esatto contrario: la guerra è un fenomeno ben più normale della pace ⇒ è la pace che necessita di spiegazioni.
Nei fatti, però, ci accorgiamo che la pace prevale nelle relazioni internazionali, più della guerra ⇒ Come spiegare questa relativamente inattesa prevalenza della pace?
Per rispondere a questa domanda, bisogna capire come funzionano i vari meccanismi di controllo e gestione, in grado di trattenere la potenza degli Stati e i loro interessi nazionali in conflitto dal fare scoppiare una guerra. Quest’analisi riguarda direttamente le alleanze.
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