La corrispondenza tra Sicilia, Maghreb ed Egitto
C'è una fittissima corrispondenza tra Sicilia, Maghreb ed Egitto e la
posta veniva inoltrata attraverso messaggerie private, la cui
trasmissione era assicurata tramite corrieri professionali, consentendo
una fitta rete di relazioni mercantili e familiari, garantendo l'unità
religiosa e giuridica e il buon funzionamento istituzionale della
comunità ebraica. D'estate le lettere partivano per via marittima mentre
d'inverno venivano spedite a Mahdiyya (attuale Tunisia) da dove
seguivano le vie carovaniere per l'Egitto. Le lettere erano scritte su
carta, materiale prezioso e per cui sfruttato in ogni singolo spazio. La
lingua usata in queste lettere era naturalmente l'arabo, usato anche
dagli ebrei essendo lingua ufficiale del Dar al Islam, traslitterato in
un corsivo ebraico incerto ma accurato nella calligrafia, che lascia
supporre l'esistenza di scribi specializzati, di solito studenti
talmudisti e commentatori della Bibbia. Le lettere si aprono tutte con
formule religiose e proprio per questo erano conservate nella geniza. La
corrispondenza costituisce il basamento di una economia molto rarefatta
basata sugli scambi di prodotti preziosi, che garantivano elevati
margini di guadagno. Va da sé quanto fosse considerata importante la
circolazione di notizie e informazioni commerciali. Queste lettere
obbediscono ad un ben preciso codice professionale e sociale, così
indirizzi, preamboli e sottoscrizioni rispecchiano le relazioni
interpersonali regolate dallo Jah con la classificazione
dell'interlocutore che può essere figlio, fratello o amico. La
corrispondenza dunque cementava il rapporto tra consanguinei.
IL
VIAGGIO. Questa corrispondenza rivela un movimento migratorio in tutte
le direzioni che ha certamente favorito l'arabizzazione del loro
linguaggio e quindi i processi generali di acculturazione da cui
originale la loro economia mercantile. Dalla Sicilia i giovani si
spostano in Ifriqiyya (Tunisia) o in Egitto, da parenti o mercanti che
hanno relazioni d'affari con la loro famiglia, mentre in Sicilia si
trasferiscono gli Orientali, gli Africani e alcuni Andalusi. La Sicilia
appare un oasi di pace specie dopo la conquista normanna, mentre in
Africa infuriano le rivalità tra Ziriti della Tunisi. Un'isola vista
come un buon luogo dove fare affari ma dove si avverte un profondo
disagio dal punto di vista morale e religioso. Il viaggio in Sicilia è
un percorso sempre tormentato a quanto leggiamo nelle lettere: assalti
di pirati, tempeste e addirittura rapine da parte dei marinai delle navi
che li trasportavano. Gli spostamenti ebraici tra il 1000 e il 1100
sono massicci e gli ebrei erano il vero lubrificante degli scambi tra
Sicilia e Africa.
Da quello che leggiamo la Sicilia non si distingue da un insieme che
comprende Ifriqiyya, parte dell'attuale Algeria e la Tripolitania. Le
lettere dànno l'immagine di una attività commerciale centrata sul
traffico delle spezie e delle droghe ma i mercanti siciliani sono anche
importatori e rivenditori di impressionanti quantità di lino egiziano,
la più importante fibra tessile vegetale dell'epoca. La Sicilia sembra
dunque possedere una industria tessile di altissima qualità e di grande
richiesta, supposizione confermata anche dalla richiesta di importazione
di sali di ammoniaca, legno di brasiletto, garanza, indigo e lacca,
tutti prodotti fondamentali per il settore settile. Altri affari si
basano su consumi imposti dalle esigenze rituali, come l'olio d'oliva.
La Sicilia invece è una grossa esportatrice di seta greggia, nel quale
commercio gli ebrei rivestivano un ruolo di prima categoria; forniva
anche grosse quantità di corallo in balle, destinato però soprattutto
all'India. I mercanti ebrei di Sicilia forniscono poi anche metalli e
monete, comprando oltre al piombo anche grandi quantità di quarti di
dinaro siciliani, acquistati in cambio di dirhems d'argento.Da cosa
dipende l'importante ruolo dei mercanti ebrei? Dal loro sapere tecnico,
dalla loro apertura linguistica e dalla loro prossimità con gli
artigiani di lusso, che forniscono materie prime altrettanto lussuose.
I
mercanti ebrei rappresentano dunque la struttura portante della
circolazione tra la Sicilia e l'Oriente. Siamo lontani dall'immagine
stereotipata della Sicilia esportatrice di prodotti agricoli, commercio
che riprenderà piede solo sotto i Normanni e si svilupperà nel 1200.
Continua a leggere:
- Successivo: Il rapporto tra ebrei e musulmani in Sicilia (1200)
- Precedente: Caratteristiche della Sicilia della Geniza
Dettagli appunto:
-
Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
[Visita la sua tesi: "Profezie inascoltate: il "Golia" di Giuseppe Antonio Borgese"]
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Storia medievale
- Docente: Clara Biondi
- Titolo del libro: Arabi per lingua, ebrei per religione
- Autore del libro: Henri Bresc
- Editore: Mesogea
- Anno pubblicazione: 2001
Altri appunti correlati:
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- Arti Marziali ed Empowerment Femminile
- La devianza minorile e la comunità come modalità d'intervento
- Educare alla genitorialità
- L'esperienza di gruppo e la tossicodipendenza: un'indagine esplorativa all'interno della comunità terapeutica ''Il Calabrone''
- Dallo sviluppo atipico alle dipendenze patologiche. Aspetti teorici, analisi dei fattori di rischio, prospettive di cura e prevenzione.
Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.