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Dall'epigenesi predeterminata all'epigenesi probabilistica: il come dello sviluppo


In contrasto con la visione maturazionista, oggi si sostiene una visione epigenetica ed “activity-dependent” del processo di sviluppo (il cervello e i processi cognitivi che esso supporta si modificano nel tempo attraverso una continua interazione tra fattori biologici, molecolari e genetici da un lato, e i fattori ambientali dall'altro). Queste interazioni tra geni, strutture, funzioni e ambiente sono sempre bidirezionali e dinamiche.
L'epigenesi di tipo deterministico assume l'esistenza di una relazione causale e unidirezionale tra i geni e i cambiamenti strutturali che avvengono nel cervello (sviluppo delle funzioni psicologiche e del comportamento).
Altri ricercatori hanno proposto che il ruolo della corteccia prefrontale sia quello di sostenere altre aree della corteccia nelle fasi iniziali dell'acquisizione di ogni nuova abilità (funzione di tutoraggio, che progressivamente diventa sempre meno indispensabile). Le risorse della corteccia prefrontale, allora, vengono dirottate su altre abilità in via di acquisizione, e l'abilità ormai acquisita passa sotto il controllo di aree specializzate. Alcuni dei cambiamenti nelle strutture neurali sottostanti il comportamento nell'infanzia sarebbero analoghi a quelli che accompagnano l'acquisizione di abilità complesse negli adulti.
Le aree corticali che mediano una particolare abilità si modificano in funzione del livello di competenza che il soggetto ha raggiunto nel processo di acquisizione dell'abilità stessa.

Tratto da LO SVILUPPO COGNITIVO di Alessio Bellato
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