Rapporto tra umanista e documento digitale

Missione dell'umanista nella codifica: assicurarsi che non vadan perdute informazioni nella fonte (problema della trasportabilità del dato). Poi c’è il problema della gestione della comunicazione attraverso il tempo. Infatti qualsiasi forma e tipo di comunicazione umana tende a invecchiare. E’ impossibile concepire metodi sicuri per anni. L’informatica è afflitta dal problema della ricodificazione dei dati. La memorizzazione, dunque, da attività pratica diventa attività esegetica: prima di rappresentare elettronicamente un documento lo studioso dovrà chiedersi cosa vuol sapere da tale testo. La codifica è dunque anzitutto atto interpretativo. Orlandi parla di 2 tipi di codifica: di constatazione (rivolta all’aspetto materiale del segno) e di interpretazione (tien conto degli elementi strutturali  come spazi e si basa su sistemi di marcatura(markup) ovvero specifici linguaggi che descrivono l’aspetto di ogni elemento testuale – sono istruzioni. E gestiscono la formattazione. Problemi: tali linguaggi dipendono totalmente dal software e non descrivono aspetti strutturali del testo, solo fisici. più potenti sono i linguaggi basati su markup generico (i marcatori dichiarano la funzione di un blocco di testo) come lo SGML (standard generalized markup language) e l’XML (extensible markup language). I definitori o etichette son detti tag, e vengono recuperati contenuti da un programma  di interrogazione). In ambito umanistico sono stati realizzati ottimi linguaggi di markup come il CoCoa o il DBT. Un linguaggio di marcatura è necessario quando vogliamo effettuare ricerche approfondite sugli elementi del testo, ma non tutti son progettati con questo scopo. SGML/XML e XML han dimostrato di risponder bene alle esigenze che guidano la preparazione in ambito scientifico di un testo:
1)    fedeltà del documento elettronico all’originale;
2)    trasportabilità = indipendenza dall’applicazione;
3)    possibilità di sfruttare metodi dell'analisi informatica dei dati;