La politica e il mondo globale
La politica e il mondo globale
L'economia, negli a dietro regolata in qualche modo dalla politica, oggi tende a sfuggire a quest'ultima, infatti se i confini dell'economia e dell'impresa ormai non esistono quasi più (delocalizzazioni di imprese in posti più profittevoli x costo di lavoro o per fisco, la cresciuta interdipendenza tra borse e mercati finanziari) l'ambito della politica resta confinato negli stati nazionali.
E lo stesso vale per l'ambito culturale anche quello tendente a sconfinare , questo squilibrio si traduce in un deficit istituzionale regolativo e di democrazia.
La politica non riesce più ad avere il controllo sugli attori in campo, e va indebolendosi il nesso tra demos, territorio e sedi delle decisioni politiche.
E così la sfiducia dei cittadini nella politica si indebolisce si percepisce più insicurezza, e si è alla ricerca non di più democrazia, ma di più protezione sociale e appartenenza. I radicamenti di queste richieste soprattutto di d'ientità e appartenenza sfociano poi in xenofobia e fenomeni razziali
Dunque gli stati nazionali tendono a perdere i loro poteri tradizionali, anche a scapito di una sorta di globalizzazione politica, in ritardo, rispetto a quella economica, con la creazione di enti sovranazionali, come la banca mondiale, l'organizzazione mondiale per il commercio, l'ONU e la stessa unione europea di recente creazione.
Questa perdita di potere degli stati nazionali inoltre tende a far riemergere il ruolo di importanza delle città che come dice weber, tendono a venir fuori quando c'è una perdita del controllo superiore.
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