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Risorse energetiche: il petrolio

Il 2004 è stato segnato dall’impennata dei prezzi del petrolio:
I più pessimisti l’hanno interpretato come il segnale dell’imminente esaurimento delle riserve di petrolio
Altri analisti, invece, ritengono che sia cominciato un nuovo paradigma del mercato petrolifero in cui l’offerta avrà difficoltà a tenere il passo della domanda
In effetti, nel 2004, il mercato si è trovato a fronteggiare una situazione del tutto nuova rispetto a quella dei 20 anni precedenti → l’offerta ha faticato a soddisfare una domanda in forte crescita

Acuta tensione sul mercato petrolifero internazionale accentuata dalla saturazione della capacità di raffinazione a livello mondiale.

Questa revisione è ascrivibile all’accentuata robustezza dei consumi cinesi, ma il rialzo della domanda nel 2004 è comunque imputabile anche ad altre aree: USA, Giappone, il resto del continente asiatico, il mercato indiano, il Medio Oriente, i mercati dei paesi europei membri dell’OCSE.
In termini di approvvigionamento, l’aumento della domanda nel 2003 e nel 2004 è stato soddisfatto solo grazie al significativo contributo dell’OPEC. Il contributo dei produttori dell’ex-Unione Sovietica è stato, invece, marginale, mentre quello degli altri produttori residuali non-OPEC ha seguito un trend discendente. Fino ad oggi, le disponibilità provenienti dal Medio Oriente non sono state perturbate dagli eventi geopolitici; bisogna sperare che questa situazione duri, perché se in futuro le esportazioni petrolifere da questa area dovessero osservare interruzioni in ragione delle tensioni politiche, saremmo costretti ad affrontare un vero e proprio shock petrolifero.

Quando la produzione russa avrà esaurito il suo potenziale di crescita, la progressione del mercato dipenderà in misura sempre maggiore dalla politica dell’OPEC in termini di produzione ma anche di sviluppo di capacità.
Il sensibile aumento della produzione OPEC negli ultimi 2 anni si è tradotto in una riduzione della capacità produttiva inutilizzata (spare capacity) che l’OPEC mantiene per stabilizzare il mercato → più è scarsa la capacità inutilizzata, più il mercato è instabile

L’impennata dei prezzi evidenzia di primo acchito un problema di limitatezza della capacità produttiva inutilizzata, ma è anche la risultante di un fenomeno qualitativo: la domanda di leggeri e a basso tenore di zolfo da parte dei raffinatori sta crescendo in ragione dell’evoluzione strutturale della domanda finale che privilegia prodotti sempre più leggeri.
La saturazione della capacità produttiva a monte si affianca a una saturazione della capacità di raffinazione. Nel 2004 l’inadeguatezza qualitativa della capacità di raffinazione nei confronti della domanda ha altresì determinato un robusto incremento nei differenziali di prezzo tra prodotti, a favore di quelli leggeri e a basso tenore di zolfo.

Affinché l’offerta possa soddisfare la domanda finale di prodotti, gli impianti di raffinazione devono essere continuamente ottimizzati. Tuttavia, gli attori coinvolti non sono ancora convinti che l’attuale struttura dei prezzi duri nel tempo e sono pertanto riluttanti a investire più di quanto necessario per soddisfare le specifiche qualitative dei prodotti  è prevedibile che il settore raffinativi continui ad essere sottoposto a tensione e che i prezzi dei prodotti contribuiscano per lungo tempo a “tirare” verso l’ato i prezzi del greggio.

Il livello delle scorte, che influenza sensibilmente la stabilità del mercato, sta mostrando un andamento al ribasso che accentua le tensioni: il numero di giorni di copertura della domanda totale è aumentato leggermente in Europa ma diminuisce in America del Nord e nella zona OCSE del Pacifico.
Questo ribasso tendenziale delle scorte è la risultante della crescente concentrazione del settore petrolifero, della riduzione dei costi operativi e del vuoto di investimenti in nuova capacità  i prezzi sono diventati più sensibili alle fluttuazioni dei livelli delle scorte e il mercato è divenuto maggiormente volatile.

Anche l’attività speculativa presenta una certa correlazione con i fattori esogeni di natura geopolitica dato che gli speculatori reagiscono a questo tipo di eventi.

Gli eventi del 2004 hanno ricordato che nel breve e medio termine l’elemento critico risiede nella capacità dell’industria petrolifera ad investire e ad approvvigionare in modo soddisfacente il mercato:
Nel breve termine, il prezzo del barile ha un debole impatto sui consumi petroliferi. La scarsa elasticità al prezzo è spiegabile, da un lato, con il fatto che i consumi petroliferi sono più sensibili al reddito che non al prezzo e, dall’altro, con l’esistenza di meccanismi di prezzo controllati o sussidiati che proteggono il consumatore finale dai rialzi dei prezzi internazionali
Nel lungo termine, il perdurare di prezzi alti rafforza la competitività e la validità delle politiche di sostegno a soluzioni alternative nel settore dei trasporti  soltanto i livelli di reddito più alti reagiscono ai periodi di prezzi elevati, mentre i reddito più bassi non possono ridurre la loro domanda di mobilità, che risulta quindi non comprimibile, indipendentemente dal livello delle quotazioni.
Il livello delle quotazioni ha ovviamente un effetto sugli investimenti in esplorazione e produzione. Tuttavia, oggi siamo in presenza di un livello di investimenti significativamente più basso rispetto agli anni ’80. La cosa più preoccupante è il calo della quota delle entrate petrolifere reinvestita in esplorazione e produzione (E&P). Questo basso livello di investimenti racchiude in sé i germi di una futura scarsità di offerta. Molti sono gli ostacoli all’aumento di capacità produttiva:
Molti paesi restano chiusi agli investitori esteri → Arabia Saudita, Messico, Kuwait
Altri sono teoricamente aperti, ma di fatto difficilmente accessibili → Russia
I paesi produttori aperti all’esplorazione stanno definendo condizioni contrattuali molto più rigide

Suscita preoccupazione la futura disponibilità di idrocarburi volta a soddisfare una domanda che non mostra segnali di rallentamento.

Tratto da GEOGRAFIA POLITICA ED ECONOMICA di Elisa Bertacin
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