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Le teorie della scuola di Chicago

Le teorie della scuola di Chicago



Considerò l'ambiente sociale e fisico, come prima causa dei comportamenti delle persone.
Sviluppo della sociologia empirica, per andare oltre la visione della sociologia come come teoria speculativa filosofica,  per studiare le città e i comportamenti all'interno di essa.
Contesto sociale culturale: siamo all'inizio de XX secolo, in fase di piena urbanizzazione e industrializzazione delle città, ondate migratorie, negli stati uniti , rendevano  la città un luogo complesso e conflittuale.
La prospettiva teorica della scuola: Due principali tecniche di indagine: la raccolta dei dati ufficiali statistici, attraverso i quali si individuarono le con alti tassi di devianza. E la storia di vita, attraverso il quale si viveva si seguiva una determinata persona deviante studiandola, nella sua vita da deviante naturale.
Teoria ecologica e della disgregazione sociale: studiarono le città come un insieme di zone concentriche a parte dal centro. La prima zona era quella del quartiere centrale degli affari con pochi residenti e numerose fabbriche e uffici, quella adiacente a questa era la zona di transizione poiché gli edifici amministrativi e industriali sconfinavano al suo interno, questa non era una zona appetibile in cui abitare, tuttavia il suo degrado la rendeva l'area più economica, e quindi presa di mira dagli immigrati. Non appena potevano permettersi di trasferirsi si spostavano nella terza zona, quella dei lavoratori, la più costosa dal punto di vista abitativo. Partendo dalla zona centrale si scopri che gli atteggiamenti devianti andavano affievolendosi.
La scuola di Chicago, avvertì, nelle scarse relazioni sociali, , nell'anonimia delle persone, e scarsi legami parentali delle città, un input di disgregazione sociale, causa di comportamento deviante.
Nelle zone centrali e transitorie , la disgregazione sociale era più forte, anche per l'alto grado di mobilità, quindi il rapporto tra immigrati e criminalità andava letto, come conseguenza, di conflitto tra culture, e come disgregazione sociale nello spazio che occupano, peraltro in queste aree , c'è anche una maggiore possibilità di trasmissione culturale della devianza da altri individui.

Tratto da SOCIOLOGIA DELLA DEVIANZA di Antonio Grisolia
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