Contratto che viola le norme tributarie
Contratto che viola le norme tributarie
L’orientamento giurisprudenziale precedente escludeva l’invalidità dell’atto contrario a norme fiscali sul presupposto che esistono altre sanzioni in materia e che la nullità può essere di ostacolo, in tale vicenda, alla circolazione dei beni.
Tra le sentenze successive si sono pronunciate sui ipotesi in cui si verificano una serie di cessioni poste in essere per evitare la tassazione sul dividendo che spetta all’azionista.
Si tratta dei cosiddetti contratti di dividend washing e dividend stripping:
- nelle operazioni di dividend washing la società acquista un titolo da un fondo comune di investimento carico del dividendo non staccato e lo rivende ad un prezzo inferiore dopo aver riscosso il dividendo: la società che ha acquistato il titolo ottiene un credito di imposta per la riscossione del dividendo e ottiene una deduzione fiscale per la minusvalenza derivante dalla rivendita del titolo ad un prezzo inferiore rispetto a quello d’acquisto;
- il dividend sripping è un’operazione negoziale costituita dalla cessione di un diritto di usufrutto, a favore di un soggetto residente, su azioni possedute da una società non residente: la società residente usufruttuaria realizza un credito d’imposta sui dividendi e deduce il costo dell’usufrutto.
La Cassazione a sorpresa dichiara nulli questi contratti.
Una prima sentenza dichiara la nullità per difetto di causa poiché la ragione giustificatrice non era lo scambio, ma solo lo scopo elusivo.
Un’altra sentenza ritiene che la contrattazione elusiva celi una simulazione assoluta delle parti al fine di eludere e frodare la legge.
La sentenza riafferma che la norma tributaria è imperativa.
La terza sentenza si pone in linea con la precedente, riprendendola.
In entrambe le ipotesi è centrale il riferimento alla causa: la frode alla legge colpisce una illiceità della causa che deriva non dal contratto, ma dal fatto di servirsi di un mezzo per eludere una norma imperativa.
Con tale orientamento la Corte di Cassazione sembra “aver trovato nella nullità del contratto per difetto di causa lo strumento antielusivo di portata generale di cui l’ordinamento tributario si mostrava carente”.
Continua a leggere:
- Successivo: Contratto: contrarietà a buona fede
- Precedente: Il contratto illecito
Dettagli appunto:
-
Autore:
Stefano Civitelli
[Visita la sua tesi: "Danni da mobbing e tutela della persona"]
- Università: Università degli Studi di Firenze
- Facoltà: Giurisprudenza
- Esame: Diritto Civile, a.a. 2007/2008
Altri appunti correlati:
- Diritto Privato
- Diritto commerciale
- Diritto della banca e degli intermediari finanziari
- Il contratto e i suoi approfondimenti
- Diritto Privato
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- Il contratto quadro di intermediazione finanziaria. Le regole di condotta e la responsabilità civile degli intermediari finanziari
- Aspetti contabili delle Risorse Umane in azienda
- La nullità di protezione: una nuova concezione di nullità
- L’inefficacia delle clausole vessatorie
- L'elusione fiscale negli ultimi orientamenti giurisprudenziali. L'abuso del diritto.
Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.