L’alfabeto fonetico dei fenici
Il più grande debito della civiltà occidentale nei confronti dei fenici è senza alcun dubbio l’alfabeto fonetico. Si trattò di un'invenzione fenicia che fu fatta propria dai greci dal resto del mondo; attualmente, a parte alcuni popoli primitivi, solo gli stati dell’est asiatico utilizzano ancora alfabeti non fonetici. È difficile spiegare quanto l’invenzione dell’alfabeto fonetico sia stata importante: essa permise da un lato di registrare informazioni e concetti in modo chiaro, sottile ed artistico, e dall’altro rese uno strumento indispensabile, quello della scrittura, alla portata di tutti e non solo di una ristrettissima cerchia di individui come era stato fino ad allora: la cerchia degli scribi.
Le forme di scrittura si distinguono in pittografiche, ideografiche e fonetiche. Nella pittografia un oggetto viene espresso attraverso un disegno stilizzato; la scrittura egizia dei primordi è un esempio puro di scrittura pittografica (immagine). La scrittura pittografica non era però in grado di esprimere concetti astratti; fu per supplire a questa grave mancanza che lentamente si giunse alla scrittura ideo ideografica, nella quale al segno può corrisponde sia un oggetto sia un concetto ad esso associato: ad esempio il disegno stilizzato di un serpente può significare sia l’animale serpente, sia il concetto di pericolo o di paura, o l’azione di strisciare. Si tratta evidentemente di un sistema più complesso ma non ancora sufficiente ad esprimere pienamente un pensiero o una situazione e ancora troppo ambiguo ed impreciso. L’evoluzione portò progressivamente all’elaborazione della scrittura fonetica, nella quale la combinazione di una serie molto limitata di caratteri semplici, ognuno dei quali rappresentante un suono vocale, permette al lettore di articolare il suono di una parola e quindi di riagganciarsi direttamente alla ricchezza di espressioni della lingua parlata. Si tratta del miglior sistema di scrittura attualmente diffuso nel mondo.
I passaggi fra le tre forme di scrittura che sono state descritte non avvennero improvvisamente e per gradini, ma furono graduali. Ne è un esempio perfetto l’attuale scrittura cinese, che è di tipo ideografico. Essa mosse probabilmente le sue origini da una scrittura di tipo pittografico e ben presto evolvette nella ideografica. I disegni si fecero però sempre più stilizzati fino a divenire veri e propri caratteri (vedi immagine), sempre meno raffiguranti l’oggetto che in origine raffiguravano (quando erano ancora disegni che ritraevano un oggetto). Oggi essi sono perfettamente codificati ed è necessario imparare a memoria le loro combinazioni per definire l’idea (oggetto, verbo, concetto) che essi simboleggiano. Da questa perfezionatissima scrittura ideografica si è recentemente evoluta anche una scrittura che sfrutta un meccanismo fonetico: per scrivere in cinese il nome “Lorenzo” non esiste infatti un apposito ideogramma, ma si sfrutta la combinazione del suono di diversi ideogrammi che letti uno dopo l’altro riproducono il suono della parola “Lorenzo”. Questo per spiegare come dalla scrittura geroglifica sumera si è giunti a quella fonetica fenicia.
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Autore:
Lorenzo Possamai
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- Università: Università degli Studi di Padova
- Facoltà: Scienze Politiche
- Esame: Storia del vicino oriente antico
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