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La competenza relazionale dell'educatrice del nido


La questione della professionalità educativa, anche per quanto riguarda l’asilo nido, è ormai unanimemente riconosciuta come centrale nel processo di rinnovamento delle istituzioni formative del nostro paese.
Le relazioni, insieme ai saperi e ai “valori”, sono da considerare come elemento centrale dell’esperienza formativa. Il vivere un lungo periodo di tirocinio all’interno di uno o più asili nido consentirà di sviluppare una sensibilità personale e una disponibilità all’aiuto dell’altro che sono fondamentale nel processo di costruzione e maturazione di una professionalità educativa.
L’educatrice deve assumersi pienamente la responsabilità della relazione d’aiuto, mantenendo la dovuta distanza dall’educando. La piena consapevolezza di sé implica anche l’avere coscienza della necessità di tener conto dei bisogni e delle aspettative del bambino e del suo ambiente familiare.
L’educatrice deve essere capace di comprendere la realtà specifica del singolo bambino, acquisendo consapevolezza degli eventuali problemi che possono derivare dalla sua storia personale oppure dall’ambiente familiare di provenienza.
La competenza relazionale deve inoltre avvantaggiarsi della conoscenza dei problemi e delle tecniche della comunicazione in situazione scolastica. A questo proposito, si tratta di avere presente che, per quanto riguarda la comunicazione non verbale, l’ atteggiamento di conferma passa attraverso comportamenti non verbali quali sguardi, gesti, postura del corpo e tono della voce. Ad esempio nell’asilo nido dire qualcosa al bambino con tono ironico o minaccioso provoca infatti il suo disorientamento e finanche il blocco della verbalizzazione. La vicinanza fisica rassicura il piccolo, che trova inoltre motivo di sicurezza nell’attenzione che l’adulto gli dimostra, guardandolo direttamente oppure volgendo spesso verso di lui lo sguardo ove l’attività si svolga nel gruppo. L’annuire e il sorridere costituiscono infine due comportamenti non verbali che confermano e rassicurano l’allievo.
Riguardo invece la comunicazione verbale è stato rilevato in numerosi studi l’utilità della descrizione della situazione.
Si tratta di mostrare attenzione continua per l’interlocutore e di dimostrare comprensione nei confronti del suo discorso, che potrà arricchirsi e svilupparsi in maniera più articolata anche in virtù delle domande “incoraggianti” dell’educatrice e del suo atteggiamento complessivo di conferma.

Tratto da EDUCARE AL NIDO di Anna Bosetti
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