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Vita e scritti di Severio Boezio


Un esponente del Periodo della Scolastica fu Severio Boezio, nato nel 480 e morto nel 524. Egli fu il primo scolastico e l’ultimo dei romani, possiamo definirlo una figura chiave nel sorgere del medioevo. Si prefissò di far conoscere ai latini la cultura greca attraverso traduzioni e commenti di molte opere greche tra cui i commenti alle opere di logica di Aristotele. Si sposò giovanissimo con Rusticana e nel 510 divenne console mentre i suoi due figli lo divennero nel 522 e in quest’occasione pronunciò il panegirico di Teodorico. Sempre in questi anni esercitò la carica di magister officiorum (direzione generale dei servizi di corte e dello stato, politica estera, commando delle guardie del re). A causa delle accuse di aver impedito l’opera dei delatori nei riguardi del senato e di tramare per restaurare l’autorità dell’imperatore ai danni di Teodorico, da parte del refferetor Ciprino, fu arrestato e giudicato senza essere mai stato ascoltato e nell’inverno del 524 vicino Pavia. Tra le sue opere troviamo il commento all’Isagoge di Porfirio, dove Boezio s’imbatte in una delle questione fondamentali del medioevo: la questione degli universali o problema della natura ontologica degli universali. Lui risolse questo problema nel senso di un realismo moderato: l’universale in quanto tale esiste solo nell’intelletto umano e quindi è incorporeo, nasce per astrazione dalla conoscenza degli individui. L’opera sua di maggior rilievo è senza dubbio il De Consolatione philosophiae, scritta in prigione e si alterna tra versi e prosa e dove si possono sottolineare due punti fondamentali: la filosofia è in grado di additare all’uomo quella che è la vera felicita (Dio stesso o il Sommo bene) e di distrarlo dai beni materiali, la filosofia insegna a credere nella Provvidenza divina, anche se è presente il male, essa fa vedere e insegne l’universale orientamento al bene della realtà. Una volta che si è ammessa l’esistenza della Provvidenza, come si può salvare la libertà dell’uomo? Secondo Boezio, Dio conosce e dispone anche le cose future sulla base della natura che ciascuna di essa avrà: eventi necessari o eventi liberi che siano. Insomma possiamo definire Boezio un filosofo cristiano.

Tratto da LA FILOSOFIA NEL MEDIOEVO di Carlo Cilia
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