Corollari e implicazioni della prevenzione generale alla pena
Corollari e implicazioni della prevenzione generale alla pena
La finalità di prevenzione generale delle sanzioni punitive implica il necessario carattere affittivo del contenuto sanzionatorio.
Le sanzioni punitive, a differenza di quelle ripristinatorie e impeditive, non trovano limiti o vincoli contenutistici né nella situazione di sofferenza dell’interesse offeso da eliminare o neutralizzare, né nella specifica idoneità all’impedimento della reiterazione di violazioni simili.
La componente afflittiva insita nella sanzione e nella sua esecuzione è sostanzialmente qualcosa di accessorio, posto che all’ordinamento non interessa affatto affliggere ma ripristinare lo status quo ante. Inoltre a differenza delle altre sanzioni quelle punitive colpiscono esclusivamente l’autore del reato.
Premesso che la sanzione non realizza nessuna utilità immediata per l’interesse offeso, è ovvio che la sua inflazione ed esecuzione servono unicamente a rafforzare un effetto disincentivante sui terzi: da qui il dubbio del rischio di una strumentalizzazione della persona umana del condannato per la tutela degli interessi sociali.
In conclusione => pur muovendo da una scarsa utilità intrinseca, le sanzioni punitive sono inclini ad un utilitarismo che è invece soggetto al rischio di una duplice estremizzazione:
da un lato quella dell’”esemplarità”, che riguarda essenzialmente l’intensità del contenuto affittivo della pena;
dall’altro quella del “capro espiatorio”, che riguarda la possibilità di sacrificare l’innocente se ciò possa essere ritenuto vantaggioso e utile per la collettività.
L’ultimo sforzo per trarre la sanzione punitiva dai rischi della strumentalizzazione del reo fu quello di una concezione solidaristica che affermò il compito rieducativo della pena.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Beatrice Cruccolini
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- Università: Università degli Studi di Perugia
- Facoltà: Giurisprudenza
- Esame: Diritto Penale
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