Junger. Gioventù, amore e morte contro il nichilismo

In questa prospettiva J. ravvisa nel coraggio dei giovani tedeschi una forte soluzione di riscatto. Anche in questo caso questo potrebbe essere interpretato come orgoglio tedesco. In realtà nel caso specifico egli fa riferimento ad un fatto prevalentemente storico: era stata la Germania a toccare il fondo e quindi dovevano essere i giovani tedeschi a farla riemergere. Accanto ai giovani un ruolo fondamentale hanno i filosofi e i poeti, i quali devono mettere in evidenze gli sfruttamenti, l’alienazione e la ragione calcolante a cui porta una società nichilista così da aprire gli occhi a chi non è in grado di farlo da solo. Egli infatti parla della Wildnis come di uno spazio spirituale all’interno del quale si esprime ancora la libertà dell’individuo: saranno i poeti e filosofi (che si dedicano maggiormente allo spirito) ad avere questa parte spirituale più estesa. Secondo J. questa parte spirituale che rende l’uomo ancora libero si manifesta attraverso la morte. È solo chi non ha paura della morte che ha il coraggio di scontrarsi anche con ciò che è più grande di lui: essere liberi dalla morte vuol dire essere liberi dalle pressioni della società. Accanto alla morte ciò che rende liberi è l’amore: l’amore permette l’instaurazione di sentimenti così forti che sono in grado di estraniare l’individuo dalle pressioni della società. Non tutto l’uomo allora è andato perduto. E a far capire che non tutto è perduto vi è la funzione pedagogica dei filosofi e dei poeti, che dovranno partire dalla storia: a proposito delle tradizioni J. si accorge che in realtà è impossibile ripartire da zero: bisognerà ritornare ad analizzare la storia e dunque vecchi valori, per stabilire se essi sono negativi o lo sono diventati con il cattivo utilizzo che se ne è fatto. All’uomo allora spetterà sempre un ruolo di primato, anche se potrebbe sembrare che le tecniche abbiano preso il sopravvento.