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Critiche alla teoria di Piaget


Vengono mosse diverse critiche alla teoria di Piaget:

1. Esperienza quotidiana: il bambino riesce meglio se i compiti che gli vengono proposti sono vicini alla sua realtà quotidiana, o se le domande gli vengono riformulate diversamente, in un modo a lui più comprensibile.

2. Il ruolo delle conoscenze specifiche: spesso le prestazioni sono determinate non tanto dall’età, quanto dall’esperienza in un campo specifico. Es: gli scacchi.

3. L’esistenza degli stadi: La più importante questione teorica sulla quale si è aperto un intenso dibattito riguarda l’esistenza o meno degli stadi. In generale, tutti riconoscono che Piaget ha ragione a dire che lo sviluppo cognitivo segue una sequenza universale, ma probabilmente ha torto nel considerare gli stadi come strutture globali e coerenti.

4. Ruolo di esperienza e apprendimento: Piaget sostiene che lo sviluppo cognitivo è scarsamente influenzato dall’esperienza e dall’ambiente, e che si può insegnare un concetto solo quando il bambino è pronto ad apprenderlo.
Inhelder ha invece dimostrato che è possibile accelerare lo sviluppo mediante una situazione di scoperta attiva, caratterizzata da un conflitto tra le aspettative (gli schemi posseduti) e i dati di realtà.
Ulteriori ricerche hanno dimostrato che lo sviluppo può essere inoltre influenzato dall’osservazione di un modello e dall’insegnamento verbale.

5. Ruolo dell’esperienza sociale: Piaget trascura il ruolo dell’apprendimento sociale: egli considera l’individuo come isolato e pressoché immune da influenze ambientali, sociali e culturali. Secondo Piaget si verifica un avanzamento nello sviluppo quando avviene un conflitto intraindividuale, una situazione di squilibrio, che porta a una ristrutturazione cognitiva.
Doise e Mugny, ricercatori della scuola di Ginevra, hanno invece dimostrato che l’interazione sociale è molto efficace nel provocare un conflitto sociocognitivo che innesca una ristrutturazione. Essi hanno condotto una serie di esperimenti in cui chiedevano, ad un gruppo di bambini appartenenti ai livelli preoperatorio e operatorio concreto, un compito operatorio, con la consegna di confrontarsi in modo da fornire una risposta e saperla giustificare. Un post-test ha confermato che l’interazione ha prodotto un conflitto sociocognitivo tra le soluzioni individuali, in seguito al quale si è verificato un progresso.


Tratto da PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO COGNITIVO di Beatrice Segalini
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