Dimensione sociale in "La lunga vita di Marianna Ucria". Degrado e scannatura
L’altro aspetto importante è la dimensione sociale e civile. Marianna in questo è una nobile anomala. Prima di tutto agisce, fa e già questo per un nobile siciliano è aberrante.
Già all’ inizio il giovane brigante condannato a morte, visto attraverso Marianna, suscita nel lettore un moto di ribellione per la crudeltà della pena e per l’ orrore della detenzione, ma continuamente nel romanzo viene evidenziato il divario sociale, il degrado delle condizioni di vita dei poveri. Marianna a questo non è sorda, mentre lo sono tutti quelli che la circondano, a partire dal padre, dalla madre e dal marito. Nel capitolo 10 il padre le porta in regalo una ragazzina di 12, Fila, figlia di un condannato a morte. Dice, te la regalo. Marianna la calza, la veste, la nutre e soprattutto si chiede come sia possibile regalare una persona.
Nei capitoli del soggiorno al feudo di Scannatura la situazione di degrado si vede in tutta evidenza. Marianna fa una visita al feudo di scannatura dopo la morte del marito. Avrebbe dovuto andarci Mariano, il figlio maschio ed erede, che rifiuta la noia. Marianna legge i resoconti di don Pericle , il prete, e di don Nunzio, l’ amministratore e diventa consapevole di tutta la catena dello sfruttamento: i campieri e i gabelloti servono da tramite fra proprietari distratti e contadini affamati, rubano a entrambi e in due generazioni mettono da parte il necessario per comprare la terra.
Drammatica la visita al contadino imprigionato per insolvenza nelle segrete della casa padronale, dove deve stare per un anno. Marianna lo libera.
Marianna fa visita a un tugurio di contadini. Porta doni. Quando esce è assalita da una specie di corte dei miracoli.
Il giorno della vendemmia vanno al feudo del bosco grande; i braccianti, quasi nudi, sembrano usciti dal fondo di una montagna, curvati dalla fatica, anneriti dal fumo
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Dettagli appunto:
- Autore: Loredana Rossi
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